Condominio

La mancata coibentazione del condominio l'obbliga al risarcimento del danno

I danni alla vita di relazione dei proprietari erano provocati dal portico condominiale sottostante l'appartamento

di Giulio Benedetti

La coibentazione delle parti comuni non soltanto corrisponde alle finalità del super bonus, ma anche impedisce la condanna del condominio al risarcimento dei danni cagionati ai condòmini. È la conclusione della Cassazione contenuta nell’ordinanza 19253/2021 che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condominio avverso la sentenza la quale l'aveva condannato a risarcire il danno cagionato ad alcuni condòmini per la mancata coibentazione delle parti comuni.

Il caso trattato
Alcuni condòmini citavano in giudizio il loro condominio perché fosse accertato il suo obbligo di eliminare le infiltrazioni d'acqua presenti nel loro appartamento, mediante la coibentazione del portico condominiale e perché fosse condannato a risarcire il danno. Il Tribunale, dopo avere effettuato una Ctu, dichiarava la cessazione della materia del contendere, in quanto il condominio aveva eseguito i lavori e rigettava la domanda di risarcimento. La Corte di appello riformava la sentenza e condannava il condominio a risarcire il danno.

La decisione della Cassazione
La Corte dichiarava inammissibili i motivi del ricorso del condominio in quanto, sulla base della Ctu svolta dal tribunale, accertava che le infiltrazioni non erano riconducibili ai condòmini , ma erano state cagionate dall'insufficiente coibentazione del portico condominiale sottostante l'appartamento e che si trattava di un vizio costruttivo tipico degli edifici degli anni del 1960 e che la situazione era peggiorata a seguito del distacco dell'appartamento dal riscaldamento centralizzato. Il vizio costruttivo della parte comune, riguarda il condominio il quale, in qualità di custode dei beni e dei servizi comuni, è obbligato ad adottare tutte le misure necessarie affinché le parti comuni non rechino pregiudizio ad alcuno e risponde, in base all'articolo 2051 Codice civile, dei danni da queste cagionati alla porzione di proprietà esclusiva di uno dei condòmini, ancorché tali danni siano imputabili a difetti costruttivi dello stabile (Cassazione 7044/2020 e 15291/2011).

Il danno alla vita di relazione
Ai condòmini spettava il risarcimento del danno, poiché la Corte di appello ha ritenuto dimostrato il danno alla vita di relazione ed alla salubrità della vita familiare sulla base di un riscontro oggettivo (in sede di Ctu) dei fenomeni di significativo ammaloramento delle pareti e del pavimento dell'appartamento in cui i condòmini hanno vissuto. La Cassazione constatava che la prolungata convivenza dei condòmini con lo stato di disagio non dimostrava che non fosse reale e importante, ma che i condòmini hanno cercato di porvi rimedio con soluzioni che si sono rivelate di scarsa utilità o peggiorative, come è avvenuto con il distacco dal riscaldamento centralizzato e l'installazione di infissi coibentanti.

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