Lavori & Tecnologie

Sismabonus: una "scossa" per la riqualificazione strutturale e globale del patrimonio italiano

di Luca Rollino e Lidia Tulipano

I dati del Rapporto Cresme-ISI pubblicato già più di un anno fa a febbraio 2018, risultano "allarmanti"; in Italia 11 milioni di edifici, di cui 9,3 milioni ad uso residenziale, sorgono in zone sismiche 1, 2 o 3. Di questi il 57% è stato costruito prima degli anni '80; oltre 20 milioni di famiglie risiedono in edifici in zone a rischio sismico non molto basso.
Ma vi è la consapevolezza dell'entità del rischio legato al sisma a cui tutto il territorio italiano è esposto, ai danni connessi, al pericolo per la salvaguardia della vita umana?
Il legislatore, a seguito degli eventi sismici che hanno interessato molteplici zone del territorio italiano negli ultimi 15 anni, ha elaborato una misura di notevole spessore al fine di incentivare gli interventi di messa in sicurezza e l'adozione di misure antisismiche in edifici adibiti ad abitazione o ad attività produttive: il sismabonus, provvedimento vigente dal 2017, che ha visto in questi anni alcune rivisitazioni. Nato con un "parto sofferto", è stato pienamente riconfermato dalla legge di Bilancio 2019.
La nascita del sismabonus ha riscontrato alcune difficoltà iniziali connesse al processo per la definizione delle Linee Guida per la classificazione sismica degli immobili. In generale, la sensibilizzazione verso il tema della sicurezza strutturale ha visto un ritardo rispetto al mondo dell'efficienza energetica. L'attestato di prestazione energetica (APE) dell'unità immobiliare è uno strumento vincolante, in caso di vendita o locazione dell'immobile, considerato determinante ai fini di fornire all'utente finale gli strumenti per valutare la qualità dell'edificio. Purtroppo, non è possibile effettuare la medesima affermazione in merito all'attestato di classificazione sismica.
Fortunatamente il legislatore italiano ha incentivato la diffusione di interventi di messa in sicurezza degli immobili, prevedendo misure di notevole spessore. Il sismabonus prevede per le singole unità immobiliari destinate ad abitazione o ad attività produttive site in zona sismica 1, 2 o 3 una percentuale di detrazione fiscale IRPEF/IRES sulle spese per l'adozione di misure di adeguamento sismico (comprese le spese per la classificazione sismica dell'immobile, le spese progettuali, amministrative ecc.) che variano dal 50 %, al 70 % (in caso di riduzione di 1 classe di rischio sismico), all'80% (in caso di riduzione di 2 classi di rischio sismico). Tali percentuali, nel caso di interventi su parti comuni di edifici condominiali sono potenziate al 75% in caso di riduzione di 1 classe di rischio sismico, e all'85% in caso di riduzione di 2 classi di rischio sismico. Il provvedimento è previsto fino al 31 dicembre 2021. Le detrazioni spettano in 5 quote annuali di pari importo su una spesa massima pari a euro 96.000 per unità immobiliare.
La legge di Bilancio ha confermato la possibilità di usufruire di detrazioni potenziate conseguentemente alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico contemplati dall'Ecobonus eseguiti contestualmente ad interventi relativi all'adozione di misure antisismiche, con particolare riguardo all'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, come previsto dal sismabonus. Le detrazioni fiscali, con limite di spesa massima pari a euro 136.000 per unità immobiliare, sono pari all'80 % in caso di riduzione di una classe di rischio sismico e all'85% in caso di riduzione di due classi di rischio sismico, in 10 quote annuali.

Aspetti positivi del sismabonus
Numerosi ulteriori aspetti positivi presenta il sismabonus:
- il provvedimento vale anche per gli interventi di demolizione e ricostruzione identificabili come ristrutturazione;
- è estendibile agli immobili merce;
- è possibile la cessione del credito per gli interventi incisivi realizzati su parti comuni di edifici condominiali;
- sono previsti incentivi per l'acquisto direttamente dall'impresa di unità immobiliari oggetto di demolizione e ricostruzione con miglioramento della classificazione sismica, site in zona sismica 1 (in discussione inoltre l'estensione per edifici in zone sismiche 2 e 3).
È evidente come il "potenziale di decollo" della messa in sicurezza strutturale degli edifici secondo le misure incentivate dal sismabonus sia elevato. Tuttavia tale opportunità viene ancora poco "sfruttata", anche a causa di una mancata sensibilità verso l'importanza della sicurezza strutturale in un territorio quale quello italiano interamente a rischio sismico.
Le perdite economiche quantificabili, già insite nel processo di definizione della classificazione sismica degli edifici, basata anche sulla perdita annuale media attesa (PAM), e la perdita di vite umane, non possono che portare a una conclusione positiva in merito alla valutazione della convenienza di un'applicazione estesa e diffusa del sismabonus, promuovendo la realizzazione di interventi per la messa in sicurezza degli edifici.
Non si deve poi trascurare l'incremento di valore di un immobile reso sicuro a seguito di un intervento di messa in sicurezza.
Tante le possibilità future perseguibili per promuovere ulteriormente la diffusa applicazione del provvedimento: si sta già pensando all'estensione del sismabonus per gli interventi su immobili abitativi e produttivi localizzati in zona sismica 4.
Il sismabonus e la sua versione estesa dell'ecosismabonus rappresentano, quindi, un'occasione per innescare il processo di riqualificazione globale degli immobili, un'opportunità unica per far ripartire l'economia italiana secondo una direttrice di efficienza e sicurezza.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©