Fisco

Corre il bonus facciate, 5 miliardi sui 19,3 miliardi di crediti ceduti. Ma almeno 800 milioni sono frodi

La legge di Bilancio approvata in Cdm ha voluto circoscrivere e ridurre l’impatto dei bonus edilizi sulle casse dello Stato

di Marco Mobili

È partita nel pieno della terza ondata del Covid nell’autunno del 2020 e dopo un solo anno di piena operatività la piattaforma gestita dalle Entrate per lo sconto in fattura o la cessione dei crediti dei soli bonus edilizi ha movimentato l’equivalente di una manovra di bilancio : al 30 settembre scorso il totale delle detrazioni cedute e scontate in fattura ha superato i 19,3 miliardi di euro. Una cifra monstre per i saldi di finanza pubblica visto che poi a pagare il conto finale sarà lo Stato rimborsando chi detiene i crediti d’imposta. E non è un caso che il Governo nella legge di Bilancio approvata in Cdm, attesa da oltre dieci giorni al Senato, abbia voluto circoscrivere e ridurre l’impatto dei bonus edilizi sulle casse dello Stato. Un passaggio non facile sapendo il ruolo pesante che i bonus edilizi utilizzati correttamente hanno dato e continuano a dare alla ripresa economica del Paese, contribuendo a spingere il Pil ben oltre il 6 per cento.

Le frodi
A complicare ulteriormente le scelte c’è il fenomeno frodi che sta assumendo dimensioni allarmanti per i tecnici di via XX Settembre. Come ha sottolineato ieri su queste pagine il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini , le somme messe in gioco con tutti i bonus edilizi hanno attirato l’appetito della criminalità organizzata. È stato sufficiente utilizzare le banche dati del Fisco per intercettare fenomeni di utilizzo indebito dei crediti e frodi per oltre 800 milioni di euro. Un fenomeno che, per quanto emerso finora, pesa per il 4% sul totale dei crediti ceduti ma potrebbe avere dimensioni maggiori visto che i controlli del Fisco possono arrivare soltanto a valle degli interventi con la dichiarazione dei redditi e quando ormai la frode è stata già attuata, per altro a danno dei cittadini che nel loro cassetto fiscale si ritrovano poi fatture per lavori mai eseguiti.

L’alert è già scattato e il Governo è pronto a intervenire d’urgenza con misure di controllo preventivo. I numeri dei bonus edilizi, infatti, sembrano raccontare proprio questo, ossia l’assenza di un intervento di verifica ante sulla bontà e la realizzabilità reale degli interventi. Dei 19,3 miliardi di cessioni e crediti registrate al 30 settembre e relative a 2,5 milioni di operazioni, solo 6,5 miliardi sono relativi al Superbonus del 110%. I restanti 12,7 miliardi movimentati sulla piattaforma del Fisco si riferiscono ai bonus “ordinari” come quello per le facciate (90%), all’ecobonus (variabile dal 65 all’85%), alle ristrutturazioni (50%), al sismabonus (110%) e alle colonnine elettriche (110% trainato).

A correre velocemente è dunque il contatore dei crediti edilizi che oggi non richiedono alcun controllo preventivo o un tariffario. Un esempio concreto è il bonus facciate, che i dati confermano come il vero fenomeno trainante di questo 2021. Da solo il 90% per il rifacimento delle parti esterne degli edifici ha fatto registrare scambi sulla piattaforma per oltre 5,2 miliardi di euro. Di questi oltre 4 miliardi sono relativi a sconti in fattura. Nel complesso le operazioni legate a questi crediti, come detto emersi sulla piattaforma del Fisco, hanno riguardato un numero davvero importante di rifacimento delle facciate che sfiora i 600mila edifici (468mila condomini e 42mila singole unità immobiliari).

Ecobonus esagerato
Sulla stessa lunghezza d’onda l’ecobonus svincolato dal superbonus che da ottobre 2020 a fine settembre scorso ha fatto registrare tra crediti e sconti in fattura oltre 4,8 miliardi. In questo caso il rapporto tra singole unità immobiliari e condomini necessariamente si ribalta: delle oltre 760mila operazioni registrate, 568.883 hanno riguardato singoli immobili contro 23.416 condomini. D’altra parte questa agevolazione era nata proprio per le singole unità immobiliari.

Dai dati registrati dall’agenzia delle Entra te emerge anche un altro elemento, questa volta più volte denunciato dall’associazione dei costruttori. Anche se in risalita gli interventi sui condomini sono ancora inferiori rispetto a quelli sulle singole unità abitative. Dei 2,5 milioni di interventi registrati oltre 1,5 milioni riguarda le singole unità immobiliari per un controvalore di crediti ceduti o scontati di 13,7 miliardi, mentre gli interventi sui condomini sono di poco sopra il milione di operazioni per un valore di sconti fiscali di 5,5 miliardi. E questo vale anche per il 110% dove delle 617.279 operazioni registrate a fine settembre il 55,2% riguarda le villette e il restante 44,8% i condomini. Con una spesa per le villette singole che va oltre 4,1 miliardi dei 6,5 complessivi registrati sotto la voce 110%. Forse anche da questi dati prendono spunto gli interventi del Governo presentati nella bozza della legge di bilancio e che limitano con una serie di paletti la proroga a tutto il 2022 del superbonus per le villette. Negli ultimi quattro mesi, però, l’intervento sui condomini ha avuto una fortissima accelerazione e ha superato in progressione le villette.

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