Fisco

I bonus facciate e ristrutturazioni guardano già alle proroghe per il 2022

A fine anno, infatti, scadono tutti gli altri bonus edilizi “ordinari”: sono le detrazioni meno ricche del 110% ma a oggi molto più utilizzate

di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste

Mentre il grosso delle attenzioni si concentra sulla proroga del superbonus al 2023, gli osservatori più attenti hanno già annotato in agenda un’altra data, più ravvicinata: il 31 dicembre 2021. A fine anno, infatti, scadono tutti gli altri bonus edilizi “ordinari”. Detrazioni meno ricche del 110%, ma oggi molto più utilizzate: dall’ormai storico bonus del 50% sulle ristrutturazioni al bonus facciate del 90%, che proprio quest’anno sta vivendo un piccolo boom, dopo il debutto del 2020 condizionato dal Covid-19.

A fine anno scadranno anche le due proroghe quinquennali 2017-21 del sismabonus ordinario (che vale dal 50 all’85% secondo il tipo di lavori) e dell’ecobonus in condominio (dal 50 al 75%). Sempre al 31 dicembre vanno a termine le detrazioni combinate di eco e sismabonus, oltre alle due agevolazioni “minori”: il bonus mobili del 50% (quest’anno su una spesa di 16mila euro) e il bonus giardini del 36% (su spesa massima di 5mila euro).

Grandi numeri
Pur essendo più povere del superbonus, sono ancora queste detrazioni oggi a fare i grandi numeri. Anche perché spesso agevolano piccoli lavori per i quali basta la fattura e un bonifico tracciabile, nell’ottica – tra l’altro – di contrastare il nero. A fronte di 24mila pratiche finora attivate per il superbonus, nelle ultime dichiarazioni dei redditi ci sono stati 366mila beneficiari in più per la detrazione ordinaria del 50% e il totale di coloro che hanno scontato una rata del bonus è arrivato a 10,3 milioni di contribuenti. Il dato è riferito all’ultima stagione pre-Covid (anno d’imposta 2019), ma è comunque indicativo.

La legge di Bilaancio
Tradizione vuole che la partita delle proroghe dei bonus casa si giochi al tavolo della legge di Bilancio. La detrazione del 50%, ad esempio, ha già ottenuto nove proroghe da quando fu introdotta, il 26 giugno 2012, per potenziare il vecchio 36% (detrazione che oggi appare piuttosto misera, ma che è l’unica misura a regime).

Ora si tratta di capire come il Governo sceglierà di affrontare questo dossier e cosa dirà il Parlamento: puntando ancora su semplici proroghe che si limitano a cambiare la data nel testo di legge, oppure intervenendo con un restyling più incisivo su un corpus normativo ormai incoerente e sparpagliato tra una mezza dozzina di leggi e decreti legge. Tra gli aspetti critici già evidenziati, ad esempio, c’è l’illogica impossibilità di abbinare il bonus mobili all’ecobonus e di cederlo come accade con le altre agevolazioni.

Nelle scorse settimane è circolata l’ipotesi di un riallineamento delle detrazioni intorno a una soglia del 75%, ma il discorso è ancora prematuro. Di certo, gli addetti ai lavori sottolineano la necessità di avere un orizzonte pluriennale per poter pianificare gli interventi, anche sotto il profilo della sostenibilità economica. In questo senso – insieme alla proroga – molti invocano la conferma della possibilità di cedere i bonus edilizi ordinari anche per il futuro. Un po’ come accaduto con il superbonus, che insieme alla scadenza ha visto prolungata anche la trasferibilità del credito d’imposta.

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