Fisco

Quattro agevolazioni con strumenti diversi

di Silvio Rezzonico e Maria Chiara Voci

Bonifico bancario o postale, carta di credito, in alcuni casi anche l’assegno. A seconda del tipo di bonus fiscale di cui si fruisce, cambiano i metodi di pagamento ammessi. Il passaggio del saldo non va mai trascurato, perché si rischia di non poter sfruttare la detrazione.

Il bonifico «parlante»

Per interventi di manutenzione, ristrutturazione ed edilizi in genere, antisismici o di riqualificazioni energetica è obbligatorio procedere attraverso il cosiddetto bonifico “parlante”, che prevede una ritenuta applicata da banche e Poste pari all’8 per cento. E che riporta sia l’indicazione di chi è il contribuente (e beneficiario della detrazione), sia le specifiche del soggetto a favore del quale viene effettuata la transazione. È questo l’unico strumento ammesso per saldare prestazioni e acquisti di beni.

Il bonifico parlante può essere eseguito compilando un modulo cartaceo in banca o in Posta, oppure online tramite la schermata predisposta: ogni istituto di credito ha un’interfaccia per consentire l’operazione. In generale, la voce è quella del bonifico agevolato, e all’interno va spuntato un campo diverso a seconda che si esegua il pagamento di una ristrutturazione edilizia, di un intervento di riqualificazione energetica o un adeguamento sismico.

La procedura richiede l’inserimento degli estremi della fattura a cui si riferisce il pagamento (data e numero); del nome, cognome e codice fiscale di chi esegue l’operazione (il titolare dell’agevolazione fiscale); del numero di partita Iva o del codice fiscale della ditta che ha svolto i lavori, del professionista che ha prestato la consulenza e/o del negozio in cui si sono effettuati gli acquisiti. In caso di comproprietà, devono essere indicate tutte le persone beneficiarie dello sconto. L’ordinante del bonifico, inoltre, può essere un soggetto diverso dal beneficiario della detrazione (circolare 17/E/2015, paragrafo 3.1), ma solo se il conto corrente è intestato a entrambi.

È importante inserire la causale corretta. Nell’ipotesi di ristrutturazione edilizia, per esempio, sarà «detrazione Irpef del 50%, in base all’articolo 16-bis, Dpr 917/1986 o Tuir. Pagamento della fattura numero XYZ del giorno/mese/anno». Anche se l’inserimento di una dicitura errata – come la citazione di un diverso riferimento legislativo – non comporta comunque la perdita del beneficio.

Tracciabilità per i mobili

Fruire del bonus mobili (50% delle spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici a seguito di lavori di ristrutturazione) è più semplice, ma il pagamento delle spese deve comunque avvenire con strumenti che permettano di tracciare le operazioni.

Oltre al bonifico (non necessariamente “parlante”), è ammesso il saldo con carta di debito o credito («bancomat o carte prepagate ricaricabili», così come specificato dalla circolare 7/E/2017). Non è consentito, invece, l’uso di assegni bancari, contanti o altri mezzi. Ma la detrazione è ammessa anche quando i beni vengono acquistati a rate: purché la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le modalità previste e il contribuente riceva una copia della ricevuta.

«Verde» anche con assegni

Il bonus verde, introdotto quest’anno (detrazione Irpef pari al 36% delle spese sostenute nel 2018 per interventi di sistemazione a verde), è l’unico a consentire il pagamento con assegni bancari, postali o circolari non trasferibili, oltre a carte di credito e debito o bonifici bancari e postali. Per ogni tipo di sconto, resta sempre obbligatorio tenere da parte le ricevute delle operazioni effettuate.

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