Condominio

A Brescia la diagnostica migliora le prestazioni dell’edificio Ludis

di Maria Chiara Voci

Il nuovo protocollo condomini di Gbc Italia è stato applicato a Brescia, fra i primi casi al traguardo, per la riqualificazione di un palazzo costruito negli anni Sessanta e ristrutturato con il Superbonus al 110%. Il fabbricato di 30 unità immobiliari, denominato Ludis, ha struttura portante a travi e pilastri in cemento armato e tamponamenti esterni con la tecnica della cassa vuota, come ne esistono tanti nel nostro Paese. I lavori sono stati eseguiti dalla rete di impresa Re_load, costituita intorno alla società di costruzioni Agliardi e che vede al suo interno cinque diverse figure progettuali, ciascuna con la propria specificità.

«Il primo passo compiuto è stata l’analisi della situazione esistente – spiega Bortolo Agliardi – che ci ha permesso di comprendere che l’intonaco era distaccato in alcuni punti anche di 2 centimetri ed era necessario scrostarlo prima di posare un cappotto, soprattutto perché si era innestato un problema di infiltrazioni. Le murature erano umide e cosparse di sali ed è stato necessario pulirle, farle asciugarle per evitare l’insorgere di problemi futuri prima di reintonacarle e posare il coibente».

Non solo. La presenza all’altezza della gronda di un cornicione di cemento armato causava diversi ponti termici nelle stanze dei piani alti. «Il problema, una volta individuato, è stato risolto prevedendo un completo isolamento del cornicione stesso – afferma l’ingegner Enzo Cattarina -. In caso contrario, gli angoli freddi avrebbero causato l’insorgere di muffe per la differenza di temperatura con il resto degli ambienti. La qualità del progetto, unita alla conoscenza dell’edificio e all’uso di adeguati strumenti di diagnostica, non è mai da considerarsi una spesa, ma un investimento». Il condominio oggi è riqualificato: il cappotto di 16 cm è di lana di roccia, materiale che garantisce ottime performance nella prevenzione incendi, i serramenti sono stati sostituiti, è stata rifatta la copertura con 24 cm isolante, pensata anche dal punto di vista estivo, grazie all’inserimento di una barriera vapore e di un tetto ventilato, chiuso con una superficie bianca che riflette il calore, un accorgimento banale e che fa la differenza. Infine, è stato installato un impianto fotovoltaico. «Il risparmio finale è superiore al 68% rispetto alla situazione precedente, anche se il palazzo era in classe B per via dell’allaccio al teleriscaldamento, la struttura dell’involucro era molto debole. Tutti gli interventi sono stati coperti dal Superbonus e l’intervento di 1,4 miliardi solo per l’isolamento è stato a costo zero per gli abitanti».

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