Condominio

Bonus facciate, 3 mesi per pagare e «salvarlo» anche a lavori non finiti

di Saverio Fossati

Fidarsi e bene ma non fidarsi è peggio. Il termine per beneficiare del bonus facciate è attualmente fissato al 31 dicembre 2021, cioè entro 3 mesi da oggi e, stando alle esplicite omissioni del Nadef, a oggi non si parla di prorogarlo, a differenza del superbonus del 110 per cento. E non emerge alcuna intenzione del Governo di prevederlo nella legge di Bilancio 2022. Quindi, la scelta è tra pagare l’impresa entro l’anno, anche se non ha finito i lavori, o perdere (in parte) i benefici.

Molti sono, però, i lavori nel frattempo avviati, soprattutto dopo che è stato varato il 110% e ci si è accorti che le norme assai più snelle consentivano di mettere un caldo cappotto termico all’edificio usufruendo della detrazione del 90% ma evitando le enormi complicazioni del superbonus e senza i limiti di spesa.

A confronto
Va infatti ricordato che gli interventi di risparmio energetico, con il bonus facciate, diventano obbligatori quando si renda necessario il rifacimento degli intonaci per oltre il 10% della «superficie opaca». E proprio questo obbligo, all’inizio giudicato limitativo, aveva reso il bonus facciate competitivo con il superbonus del 110%: in sostanza, rifare la facciata coibentandola costa il 10% dell’operazione ma prevede assai meno vincoli e professionisti da pagare e soprattutto si può andare oltre i 96mila euro, cosa che, visto l’impiego quasi indispensabile degli ormai costosissimi ponteggi, suscita un certo interesse. Certo, le facciate interne e gli edifici fuori dalle zone A e B sono fuori dal bonus ma non sono pochi i casi di condomìni partiti con il 110% e orientatisi poi al 90 per cento.

Saldo a dicembre
Il problema è che restano solo 3 mesi da oggi per saldare i lavori, perché ciò che verrà pagato dopo il 31 dicembre 2021 non rientrerà più nel bonus facciate ma, al massimo, nell’ecobonus del 65% (per gli interventi di risparmio energetico) o (per quelli edilizi) del 50 per cento. Esiste la possibilità di sfruttare il 110% per i lavori restanti ma è molteorico, date le complessità burocratica di “saldare” le due agevolazioni nell’ambito degli stessi lavori.

Le imprese, però, non sempre saranno in grado di rispettare i tempi (previsti magari con un certo ottimismo) e la fine lavori nel 2022 è un rischio che va preso in considerazione. Quando gli importi sono importanti, quindi, bisogna valutare con attenzione a che punto siano i lavori: se convenga cioè chiudere la partita l’anno prossimo, scontando detrazioni minori sugli ultimi pagamenti, o saldare entro il 2021 e confidare sulla correttezza dell’impresa. La stessa agenzia delle Entrate, del resto, riconosce detraibili gli importi pagati prima della fine lavori ( risposta all'interpello della Direzione regionale della Liguria n. 903 -521 / 2021 ).

«Non avere più in mano lo strumento del pagamento - spiega Augusto Cirla, segretario nazionale Assocond, l’associazione dei condòmini - non è l’ideale ma si può almeno far sottoscrivere all’impresa una clausola a parte che preveda una penale severa o addirittura la restituzione di quanto anticipato se i lavori non verranno eseguiti alla perfezione entro il nuovo termine».

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