Condominio

Amministratori di condominio responsabili del superbonus ma dimenticati dalla politica

Citati marginalmente invece che come fulcro organizzativo e di coordinamento dell’intera misura

di Daniela Zeba

L' onorevole Riccardo Fraccaro, in occasione dell'apertura del Master «Esperto al 110% nella gestione della moneta fiscale» organizzato dall' Università di Genova, ha relazionato sulla genesi del superbonus e nell' elencare le varie figure coinvolte nel progetto, ad un certo punto ha menzionato a margine, quasi in via residuale, la figura dell'amministratore di condominio insieme a quella del piastrellista. Non mi scandalizzo perchè i piastrellisti (di cui ho tutto il rispetto) siano meno importanti di noi amministratori, ma perchè all'interno del meccanismo 110%, gli amministratori di condominio, che di fatto ne rappresentano il fulcro organizzativo e di coordinamento, sono considerati alla stregua della manovalanza artigianale, come l'ultimo gradino nella scala gerarchica delle professioni.

La frase del rappresentante delle istituzioni denota che il problema del mancato legittimo riconoscimento professionale non è solo dei nostri condòmini.Il problema è drammaticamente culturale e ha fondamento nella mancata valorizzazione delle nostre competenze che sono «varie ed eventuali» come l'ultimo punto all'ordine del giorno di un' assemblea, che sappiamo non avere nessuna valenza deliberativa efficace. Non meravigliamoci quindi che il nostro onorario non sia detraibile, è perfettamente nella logica delle cose: al nostro lavoro non viene riconosciuto un valore economico degno di essere computato nel complesso iter del superbonus.

Il nostro tempo speso a organizzare incontri, scegliere la squadra di lavoro, tenere i contatti, fornire dati essenziali, coordinare un team, fare deliberare i condomini in più passaggi, fornire collaborazione alle varie parti in gioco, non ha valore, non ha dignità alla pari delle altre professioni ordinistiche. All'onorevole Fraccaro per questo va detto che gli amministratori di condominio meritano attenzione, dignità e riconoscimento.La logica dominante è umiliante per coloro che spendono tempo e denaro in formazione e sono in prima linea affinché il messaggio positivo (ma soprattutto realistico) venga veicolato nella maniera più corretta ai condomini e affinché si possano concretamente realizzare i progetti, con un percorso lineare e consapevole, nell'ottica degli obiettivi prefissati.

Il 110% non è solo da sfoggiare in vetrina. Noi sappiamo bene che non potrà essere nella maggior parte dei casi proprio tutto “gratis”, ma faremo di tutto affinchè si possano cogliere le opportunità nella maniera più corretta e sostenibile, ma soprattutto nell'interesse dei nostri amministrati.E qui non ci sono figure che possano sostituirci, perchè nessun general contractor saprà meglio di un bravo amministratore, quali sono le esigenze e le aspettative di quel condominio in particolare. Sappiamo che ci sono difficoltà rilevanti nella gestione delle pratiche, che non riguardano solo conformità, asseverazioni, visti, lavorazioni e materiali, ma anche assicurazioni e soluzioni tecniche più idonee di altre a garantire il minor disagio possibile e il maggior godimento della casa, nell'ottica non solo del business, ma anche della tutela dei condòmini e dei condomini.

La differenza tra noi ed i piastrellisti insieme a tutte le altre parti coinvolte, è che ogni parte in causa dell'ingranaggio sarà responsabile del proprio operato, noi dell'intera operazione.Noi saremo il direttore d'orchestra, non la maschera del teatro. Il nostro destino è amaramente questo: i nvisibili quando c'è da distribuire onori, ma protagonisti quando si tratta di oneri e perfetto capro espiatorio quando le cose si mettono male.Di buono c'è che questa crisi rappresenterà, per vari motivi, la sfida decisiva che la nostra categoria dovrà affrontare per dimostrare di essere all'altezza del ruolo di protagonista che la situazione contingente impone e che il futuro attende.Il 110% diverrà forse la cartina di tornasole per riconoscere il vero professionista dall'operaio di bottega, con buona pace dei piastrellisti e degli onorevoli.

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