Condominio

Stazioni di ricarica elettrica: l’obiettivo è una ogni mille abitanti

di Glauco Bisso

Da tredicimila a sessantamila stazioni di ricarica elettrica. L’articolo 57, comma 6 del decreto Semplificazioni (Dl 75 2020, convertito nella legge 120 2020) prevede l’installazione di un punto di ricarica ogni mille abitanti.

La ricarica e le sue regole

La ricarica può avvenire in aree private, pubbliche o aperte al pubblico.

All’interno degli edifici o su strade private la ricarica è ora un servizio e non più una fornitura di energia elettrica (articolo 2-bis) e come tale può essere venduto. Per l’installazione occorre che sia montata la segnaletica (comma 3) prevista dall’articolo 38 del Codice della strada. Nelle aree private permane l’obbligo di dichiarazione di conformità (Dm 37 2008) e di progetto, ove necessario.

Nelle aree pubbliche o aperte al pubblico è assicurato l’accesso a tutti gli utenti (comma 4) purché limitato al tempo necessario alla ricarica. Se c’è chi non rispetta le regole e abusa del parcheggio la sanzione potrà avvenire con un significativo aumento della tariffa di ricarica, se si eccede nell’occupazione di un’ora da quando la ricarica è terminata. Solo il parcheggio nel periodo dalle 23 alle 7 non è sanzionato.

Comuni e aree di servizio

I Comuni hanno sei mesi per rispondere su come e dove si collocheranno le ricariche sul loro territorio (comma 6), se possibile, nella proporzione di una ogni mille abitanti, anche in spazi che il Comune può rendere disponibili senza oneri (comma 7). Un soggetto pubblico o privato può richiedere al Comune, che non ha emesso nessuna regolamentazione degli spazi di ricarica, o anche all’ente proprietario o gestore della strada, anche extra urbana, l’autorizzazione per realizzare l’infrastruttura di ricarica (comma 8).

È facoltà dei Comuni di ridurre o annullare la tassa di occupazione suolo pubblico, se l’energia distribuita per la ricarica proviene esclusivamente da fonti rinnovabili (comma 9), con recupero dell’imposta e sanzione nel caso la fonte di produzione dovesse poi cambiare e non provenire più da rinnovabili (comma 10).

L’obbligo di schermatura dall’emissione di radiofrequenze (comma 11) si attesta con dichiarazione e non più con il nulla osta preventivo del ministero. L’installazione degli apparati può ora avvenire senza l’autorizzazione unica ambientale (comma 14) ma con la segnalazione certificata di inizio di attività (Scia) con notevole risparmio nei tempi di realizzazione. Per le aree di servizio, al momento del rilascio o del rinnovo delle concessioni, scatterà l’obbligo di installazione delle colonnine di ricarica (comma 13).

Tariffe e diffusione

Dal lato utenza il provvedimento comprende anche la possibilità di trasformazione dei veicoli esistenti a veicoli ibridi come già avviene per il retrofit elettrico (comma 13 bis).

Energia meno cara per le ricariche: entro 180 giorni Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, dovrebbe elaborare la tariffa incentivante in modo che non sia superiore a quella per i clienti domestici residenti (comma 12). L’Autorità ha però osservato che, per ridurre i costi, sarebbe conveniente che i punti di prelievo non siano esclusivamente dedicati alla ricarica, in modo da evitare la necessità di ampliare la rete con costi che poi ricadono in bolletta sull’utente finale. In tal senso ha chiesto modifica della norma.

A regime

La semplificazione apportata è vista in modo molto favorevole dagli operatori. La diffusione della rete di ricarica dipende però da dove e da come si manifesta la domanda. Se il sistema di distribuzione è flessibile, tramite automatismi di smart charging, non solo permette l’adeguamento di potenza dove c’è più richiesta ma anche di capire dove occorrono nuovi apparati di ricarica.

Solo il 50% dei proprietari di veicoli elettrici è dotato di un box o un posto auto che permette la ricarica a casa. L’aumento dei veicoli elettrici ad acquisto incentivato, farà aumentare i prelievi di energia. Di conseguenza i nuovi punti di ricarica saranno collocati dove è richiesto. La rete crescerà quindi on demand. Ma questo funziona solo se è possibile l’installazione rapida e semplice dei nuovi apparati. Il sistema potrà così raggiungere presto condizioni di equilibrio in modo efficiente.

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