Condominio

La Cassazione precisa come si contesta l’interpretazione giudiziale di una delibera

Occorre specificare il “dato”, testuale o extra testuale, nonché il “come” e il quando” tali questioni siano state oggetto di discussione processuale tra le parti

di Rosario Dolce

Con l'Ordinanza nr 19861 del 22 settembre 2020 la Corte di Cassazione indica i criteri per contestare efficacemente un'assunta errata interpretazione della delibera, da parte di un giudice, specie laddove tale contestazione pervenga sotto le sue scure.

Il caso
Il condominio contestava, in effetti, l'interpretazione offerta dalla Corte di Appello al tenore del deliberato, assumendo che esso, in realtà, non conducesse ad alcun pregiudizio patrimoniale al cospetto della posizione del condòmino ricorrente. Come si interpreta una delibera?

Certamente le delibere assembleari del condominio devono essere interpretate secondo i canoni ermeneutici stabiliti dagli articoli 1362 e seguenti, codice civile. In ciò, occorre però privilegiare l'elemento letterale, e quindi, nel caso in cui esso si appalesi insufficiente, gli altri criteri intrepretativi sussidiari indicati dalla legge, tra cui quella della valutazione del comportamento delle parti e della conservazione degli effetti dell'atto.

L'interprete, infine, è tenuto ad attribuire un qualche effetto giuridicamente rilevante alla delibera anziché nessun effetto o un significato meramente programmatico (tra le tante, Corte di Cassazione 4501/2006).

Come contestare, allora, un'assunta errata interpretazione giudiziale? Ebbene, nella fattispecie, il ricorso in cassazione da parte del Condominio – che era stato condannato in grado di appello – nasceva da doglianza ben precisa: vale a dire, quella per cui il giudice di merito, a relativo avviso, avesse errato proprio nell'attività interpretativa, ascrivendo alla delibera un significato diverso da quello di cui invece constava.

Il condominio ricorrente, infatti, contrapponeva una propria interpretazione della delibera impugnata a quella accolta nella sentenza impugnata.

Il limite di questo ricorso, tuttavia, è stato enfatizzato dal giudice del terzo grado di giudizio, sotto il profilo contenutistico. Secondo gli “ermellini” la contestazione sollevata, in punto, era inammissibile, siccome non era stato osservato l'onere, imposto dall'articolo 366, comma 1, del Codice di procedura civile; cioè quello che consta specificatamente il dovere di trascrivere il testo della deliberazione assembleare, ovvero i passi salienti di essa, al fine di consentire al giudice della impugnazione di verificare l'erronea applicazione dei criteri ermeneutici.

Come si contesta
In sostanza, per contestare efficacemente una errata interpretazione giudiziale di un deliberato assembleare, dinanzi ai giudici di legittimità, occorre specificare il “dato”, testuale o extra testuale, nonché il “come” e il quando” tali questioni siano state oggetto di discussione processuale tra le parti. Solo in questo modo il giudice adito – non solo quello di legittimità – sarà in grado di controllare la veridicità dell'asserzione, prima di esaminare nel merito le questioni stesse, sul tema dell'interpretazione di un deliberato assembleare.

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