Condominio

Ecobonus, le utility possono acquisire i crediti fiscali

La novità è emersa in una risposta ad interpello

di Gi.L.

Le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica possono essere cedute dalle imprese esecutrici alle imprese fornitrici di elettricità. Le possibilità di gestione dei bonus casa continuano ad aumentare, allargando il potenziale del mercato. Non ci sono solo le leggi, ma anche i documenti dell’agenzia delle Entrate a certificare questo fenomeno.

La vicenda
L’agenzia ha così pubblicato la risposta a interpello 249/2020 che analizza appunto il caso di un’impresa che si occupa di effettuare interventi di riqualificazione energetica, agevolati con l’ecobonus, acquisendo dai propri committenti i crediti corrispondenti alle detrazioni di imposta. L’impresa, per facilitare la gestione di questa massa di crediti, ha però intenzione di cedere questi crediti al proprio fornitore di energia elettrica. Un passaggio che pone dei dubbi e sul quale viene richiesto il parere delle Entrate.

L’interpello, prima di arrivare alla conclusione, analizza le regole in materia. E ricorda che dal 2017 i beneficiari dei bonus «possono optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato gli interventi ovvero ad altri soggetti privati, con la facoltà di successiva cessione del credito. Rimane esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari».

Una possibilità che è stata ulteriormente allargata dall’articolo 121 del decreto Rilancio. Qui, in maniera più piana rispetto alla definizione precedente, si ribadisce che, nel 2020 e nel 2021, i contribuenti in materia di ecobonus possono sempre optare «per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari».

Modalità di cessione del credito
Partendo da queste basi, l’agenzia conclude allora che «il credito d’imposta in argomento» può essere ceduto «ai fornitori della società che esegue gli interventi (ad esempio il fornitore di energia elettrica)». Quindi, il committente (primo cedente) può cedere all’impresa esecutrice (primo cessionario) dell’intervento di riqualificazione energetica l’importo che gli spetta ai fini della detrazione d’imposta. «L’impresa istante - spiega ancora l’agenzia - può cedere tale credito d’imposta ad un proprio fornitore (secondo cessionario) che, se non lo cede a sua volta, può utilizzarlo solo in compensazione».

Le possibilità per le utility di entrare nel circuito dei bonus fiscali continuano, insomma, ad aumentare. Si tratta per loro di un mercato molto interessante, grazie alla grande capienza fiscale che sono in grado di gestire.

Solo pochi mesi fa, con l’interpello 1/2020, l’agenzia delle Entrate era già intervenuta sulla materia, arrivando a conclusioni molto simili in materia di sconto in fattura. In base a quella risposta, le utility che si occupano di energia possono incamerare i crediti di imposta attraverso il meccanismo dello sconto e poi utilizzarli per pagare le accise, oltre alle imposte sui redditi.

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