Condominio

Teleassemblee, sui social gli amministratori si dividono

Molti propendono per una formula mista: alcuni condomini presenti, altri videocollegati

di Francesco Schena

Se i social network sono lo specchio della realtà o comunque aiutano a sentirne il polso, allora quello che gli amministratori scrivono merita attenzione. Ormai è ufficiale: sulle assemblee in videoconferenza ci sono due netti schieramenti contrapposti, quello a favore e quello contro, e non soltanto tra amministratori ma anche tra giuristi ed addetti ai lavori.

I pro, senza ma e senza se
Non sono in pochi a sostenere una posizione favorevole quasi “ideologica” anche se comunque si adducono ragioni di convenienza, rapidità e praticità. Tuttavia, una posizione radicale a mo' di battaglia, con il profumo della sfida, e che a priori scarti ogni dubbio, sembra una competizione tra chi avrà ragione piuttosto che un costruttivo confronto in favore degli interessi in gioco.

Quelli contrari per rischi di impugnazione
In tanti paventano rischi di impugnazione a causa della mancata regolamentazione specifica della modalità telematica: la linea internet o telefonica che cade, la scarsa qualità audio, il dibattito compress o, un voto espresso per sbaglio, l'inadeguatezza della tecnologia utilizzata. Inoltre, non sono pochi i dubbi su possibili risarcimenti per eventuali cause perse per impugnazioni. L'amministratore e il presidente dell'assemblea potrebbero essere chiamati a risponderne personalmente?

Quelli a favore perché lo hanno già fatto con successo
Molti amministratori dichiarano di aver già convocato e tenuto assemblee in videoconferenza con successo, dai casi con totale partecipazione a quelli che comunque hanno visto raggiungere le necessarie maggioranze. Una spinta verso l'innovazione tecnologica che per molti non si può fermare ma è ancora presto per cantare vittoria. Vedremo cosa succederà quando scatteranno le prime impugnazioni e cosa ne penseranno i giudici di merito.

Il sistema misto
Molto gettonata l'ipotesi di riunione mista, in presenza e telematica. Non mancano, però, anche in questo caso le perplessità. Chi decide i nominativi della parte fisica? Con quale criterio e come evitare sin dall'origine il rischio di assembramento se tutti i condomini scegliessero la partecipazione in presenza? A questo punto, non varrebbe la pena organizzare sin da subito la sola assemblea in presenza, attrezzandosi per la massima numerosità degli intervenuti?

La questione del verbale
Posto che non è possibile individuare in anticipo la figura del presidente e del segretario (salvo particolarissimi casi da regolamento) e che queste non sono nemmeno obbligatorie per la valida costituzione dell'assemblea e delle sue deliberazioni, in assenza di candidati, chi redige e firma il verbale? Non è forse alto il rischio che tutto ricada nell'esclusiva sfera di responsabilità dell'amministratore che dovrà, in ogni caso, valutare e decidere di dare esecuzione alle decisioni prese?

La popolazione anziana e l'analfabetismo informatico
In molti sostengono che ormai anche gli anziani utilizzano lo smartphone e, quindi, non si comprende perché mai dovrebbero incontrare difficoltà ad utilizzare la videoconferenza. In fondo, in questo periodo di confinamento anche i nostri nonni hanno imparato ad utilizzare Skype per vedere e parlare a distanza con i loro nipotini. Gli scettici, invece, dicono che le piattaforme dal valore legale per le riunioni non sono proprio intuitive come uno smartphone e che tra gli effetti di una deliberazione assembleare e l'incontro con i nipotini via Skype ci siano profonde differenze sul piano legale.

E ancora, chi si assumerà la responsabilità di fornire quelle minime ma necessarie istruzioni all'utilizzo della piattaforma adottata? Chi e come dovrà valutare l'adeguatezza della piattaforma telematica da utilizzare? Non si era detto che le responsabilità dell'amministratore, figura mai completamente riconosciuta e tutelata dal legislatore, fossero già troppo numerose?

I più cauti
La maggioranza propende per l'assemblea telematica ma soltanto quando risulterà normata. Sì alla tecnologia, no ai rischi di impugnazione. Insomma, un cauto scetticismo che apre al futuro ma a condizioni di serenità per tutti.
In conclusione, può essere questa una realistica sintesi di quello che si scrive sul web, con il risultato di avere una sola certezza, cioè, quella di non averne, come spesso accade, d'altronde, nel mondo del condominio.

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