Condominio

Ville e condomìni aspettano il maxi-bonus per le facciate

di Fabio Chiesa e Giampiero Gugliotta

Il Ddl di Bilancio, nel testo ora all’esame del Parlamento, inserisce infatti un nuovo comma (1.1) all’articolo 16 del Dl 63/2013, prevedendo che - per le spese sostenute nel 2020 per interventi edilizi, inclusi quelli di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o al restauro della facciata degli edifici, la detrazione (di cui al comma 1) è elevata al 90% e spetta sull’intero ammontare delle spese sostenute.

Cantieri in attesa

L’agevolazione, che va ripartita sempre in dieci quote annuali, non ha quindi limiti di importo. Né pone altri vincoli particolari (eccetto la data di pagamento, che deve avvenire nel 2020), rendendo di fatto applicabile il maggior beneficio anche agli interventi già in corso d’opera, purché non ancora liquidati. Si tratta di un dettaglio molto rilevante: tanto che diversi condomìni in tutta Italia hanno fermato i cantieri, in attesa di capire i confini esatti del nuovo sconto fiscale. Se la formulazione resterà quella attuale, basterà pagare i lavori nel 2020, anche se l’intervento è iniziato ed è stato in parte saldato (magari con un anticipo) nel corso del 2019.

Insomma, perché accelerare il rifacimento dell’intonaco o la tinteggiatura esterna, per ottenere la detrazione del 50% (ristrutturazioni edilizie), se per le stese opere dal 1° gennaio si prospetta uno sconto del 90 per cento? Uno sconto che, tra l’altro, potrà comunque affiancarsi a quello relativo a un eventuale “cappotto termico” dell’edificio (cioè l’ecobonus dal 65 al 75%).

Incentivo a maglie larghe

Per capire meglio quali sono le spese agevolate dal bonus facciate, in attesa della versione definitiva della norma, si può fare riferimento a una nota del ministero per i Beni culturali (Mibact) pubblicata di recente, in cui si spiega che l’agevolazione riguarderà tutti gli edifici: dai condominio alla villa, dal casale al rustico.

Il beneficio sarà inoltre cumulabile a quello per il risparmio energetico e le ristrutturazioni. E le spese detraibili al 90% includeranno di fatto ogni rifacimento delle facciate, inclusi i semplici interventi di tinteggiatura, ripulitura, intonacatura; ma anche il rifacimento di ringhiere, decorazioni, marmi di facciata, balconi, impianti di illuminazione, pluviali, nonché cavi portanti televisivi.

Lo stesso ministero avverte che le tipologie di intervento dovranno essere definite nel dettaglio da una circolare dell’agenzia delle Entrate al termine dell’esame parlamentare della manovra. Al momento, pertanto, si potrebbe solo far riferimento alla circolare del ministero delle Finanze (12 dell’11 maggio 1998) che, circa la detrazione delle spese sostenute per alcuni interventi di recupero del patrimonio edilizio, già consentiva anche la deduzione per:

progettazione dei lavori;

acquisto di materiali;

altre prestazioni professionali richieste dal tipo di intervento;

compensi corrisposti per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti;

spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi;

imposta sul valore aggiunto, imposta di bollo e diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni, le denunzie di inizio lavori;

altri eventuali costi strettamente inerenti la realizzazione degli interventi e gli adempimenti posti dal regolamento di attuazione delle disposizioni in esame.

Rapporto con altri bonus

La nuova agevolazione, quindi, dovrà necessariamente raffrontarsi con il fatto che gli interventi edilizi finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici possano essere effettuati in diversi modi e con tante varianti: dal semplice rifacimento dell’intonaco e ritinteggiatura, alla posa del cappotto termico con riqualificazione estetica dell’edificio (opera che già rientra nell’ecobonus, con peculiari aliquote di detrazione e limiti agli importi agevolati). È lecito, pertanto, domandarsi se, in caso di interventi complessi come quello appena descritto, occorrerà effettuare o meno un discrimine tra le tipologie di intervento e, in caso affermativo, con quali criteri, anche alla luce di quanto riportato nella nota del Mibact, secondo cui - come detto - la detrazione sarà cumulabile alle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico e le ristrutturazioni.

Lavori complessi

Poichè la norma si riferisce genericamente agli «interventi edilizi», si potrebbe affermare che rientri nel bonus facciate qualsiasi lavoro, anche complesso, finalizzato al recupero o restauro della facciata dell’edificio. A sostegno di quest’ultima tesi vi sarebbe anche l’assenza del limite massimo di spesa, cosa che avrebbe una sua logica, nell’ipotesi di voler agevolare interventi di riqualificazione importanti, non certamente limitati alla semplice ritinteggiatura.

A riprova di tale intento del legislatore, vale la pena richiamare la chiosa del ministero dei Beni culturali. Che definisce il bonus facciate come «un impulso immediato all’economia per restituire bellezza alle nostre città». Un’opportunità «per portare decoro e rispetto nelle aree urbane così come nei piccoli centri».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©