Condominio

Registro amministratori, le Associazioni vogliono contare

di Saverio Fossati

Il Registro amministratori preoccupa parecchio le associazioni di categoria, parecchie delle quali si sono trovate ieri a Roma all’incontro organizzato da Unai in preparazione al tavolo comune che il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, ha convocato per il 9 maggio (la data è stata spostata rispetto a quella originaria del 2 maggio).

I timori sono stati espressi dal presidente di Unai, Rosario Calabrese: «Credo che all'origine dell'idea del Registro ci siano le lobby: la categoria dei mediatori immobiliari, le compagnie assicurative, perché il Registro potrebbe prevedere l'assicurazione professionale obbligatoria, e le società di gestione immobiliare nazionali e internazionali».

Ma la discussione si è spostata subito sul nodo centrale della questione, cioè il ruolo delle associazioni di categoria nell’ambito del Registro che, lo ricordiamo (si veda il Sole 24 Ore del 21 agosto scorso), prevederebbe i dati anagrafici di ogni amministratore, quelli relativi al regime fiscale con cui opera, l'elenco degli immobili amministrati e i riferimenti dell’associazione di categoria o l’Ente presso i quali ha frequentato i corsi annuali di formazione e/o aggiornamento obbligatori in base al Dm 140/2014.

Calabrese ha affermato l’inutilità del Registro «Dato che le associazioni hanno già gli elenchi degli iscritti online». Tra le altre associazioni presenti il malumore è condensato anzitutto sulla genericità dell’oggetto della convocazione ministeriale, che rafforza il timore di trovarsi di fronte a una proposta già definita cui ci si debba in sostanza allineare. E molte (Anap, Sesamo, Anammi, Anaip) concordano sulla necessità di prendere tempo per consentire una discussione più ampia.

Sulla formazione, poi, le opinioni sono quasi unanimi: praticamente tutti i presidenti presenti convergevano sulla necessità di una legittimazione delle associazioni e di controlli stringenti da parte della Giustizia sulla qualità dei corsi e dei formatori: «La formazione così com'è ora va troppo bene a molti, senza controlli» ha detto Vincenzo Fusco (Anapi). Anche se non si è arrivati a un comunicato comune (questo è il primo incontro “politico” nella galassia associativa condominiale da decenni) è però emersa chiaramente la diffidenza per un Registro che non veda le associazione come soli enti autorizzati a rilasciare certificati formativi e agli amministratori, e quindi legando l’iscrizione al Registro all’iscrizione a un’associazione, E da più voci è stata esplicitata la necessità di un organismo di coordinamento che, ufficializzato dalla Giustizia, controlli il meccanismo. «Del resto - ha ricordato Calabrese - il Dlgs 206/2007, attuativo della direttiva 2005/36 Ce è la norma che già si potrebbe utilizzare».

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