Contro i graffitari sanzioni sulla carta
Le leggi stabiliscono principi e sanzioni, ma spesso i danni restano in parte a carico dei danneggiati. Come evitare che il writing selvaggio costringa a molti interventi nel corso dell’anno, con il risultato di avere la facciata imbrattata per mesi e mesi?
L’articolo 639 del Codice penale (sfuggito alla depenalizzazione del Dlgs 7/2016 e “salvato” dalla Consulta pochi giorni fa con la sentenza 102/2018): chi imbratta i palazzi rischia la reclusione da uno a sei mesi o una multa da 300 a mille euro, sanzioni che aumentano (e si procede d’ufficio, mentre ne l primo caso occorre una querela di parte) se il graffito compare sopra monumenti o in aree di interesse artistico (la reclusione sale fino a un anno e le multe da mille a 3mila euro). Sono comunque applicabili le sanzioni alternative (servizi sociali). Poi si aggiungono le sanzioni dei Comuni: a Roma è prevista una sanzione amministrativa da 300 a 500 euro e l'obbligo per il graffittaro di ripulire entro 15 giorni la parete. A Milano le sanzioni vanno da 100 a 500 euro. La Cassazione, però, ha detto (sentenza 16731/2016) che beneficia della «tenuità del fatto » chi dipinge su un muro già deturpato con scritte preesistenti.
Però, nel concreto, quante sono le possibilità che i graffitari vengano intercettati da telecamere o pattuglie della polizia e li si possa processare? Pochissime.
La tecnologia può aiutare: per esempio, è a disposizione un macchinarioche abbina la forza dell’acqua con l’azione del carbonato e magnesio.
Il primo lavaggio viene fatto con carbonato e magnesio, in perfetta ecologia e con un getto d’acqua a 180 bar. A fine lavoro, il giorno seguente, si mette una cera protettiva senza inquinanti.
Di fatto la tecnologia fa scomparire le scritte senza alcun danno e in modo ecologico. Il primo intervento - preventivo fatto da un’azienda milanese, la Artigiana Srl , che utilizza una macchina prodotta da Ecoline - costa 15 euro al metro quadrato e quelli successivi 4 euro. Si può intervenire su marmo o pietra (purché non lucidati o verniciati) ma non sugli intonaci.
Soprattutto nei palazzi storici non c’è alcun tipo di problema e anche le patine di smog si levano con facilità. Questa tecnica funziona anche per le colonne di scarico fumi delle cucine.
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