Condominio

Ma all’appello manca il Dm che definisce le pertinenze abitative

di Dario Acquaro

Manca ancora un decreto attuativo per completare il quadro disegnato dal Dl 179/2012: le linee guida sulla definizione delle pertinenze esterne con dimensioni abitabili. Il provvedimento rappresenta l’ultimo tassello operativo richiesto dall’articolo 14, comma 8, del Dl Crescita 2.0, che haintegrato le norme in materia di elettrosmog dettate dal Dpcm 8 luglio 2003.

Quest’ultimo – in attuazione della legge quadro 36/2001 – ha fissato i limiti di esposizione e i valori di attenzione per prevenire gli effetti a breve termine e i possibili effetti a lungo termine sulla popolazione, dovuti all’esposizione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (Cem) generati da sorgenti fisse ad alta frequenza (compresa tra 100 kHz e 300 GHz). Ad esempio, gli impianti per diffusione radiotelevisiva, telefonia mobile o rete wi-fi.

Lo stesso Dpcm ha anche definito gli obiettivi di qualità, ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai Cem e individuato le tecniche di misurazione dei livelli espositivi.

Modificando tale provvedimento, il Dl 179/2012 ha delimitato il campo applicativo dei valori di attenzione (per prevenire gli effetti anche a lungo termine), specificando che questi valori debbano assumersi all’interno di edifici usati come ambienti abitativi con permanenze continuative non inferiori a 4 ore giornaliere, incluse le pertinenze esterne con dimensioni abitabili.

Il decreto prevede quindi che, anche in fase autorizzativa (cioè nelle istanze per l’installazione degli impianti), la verifica attraverso la stima previsionale del valore di attenzione e dell’obiettivo di qualità sia basata su valori medi nelle 24 ore, ricavati con precisi fattori di riduzione della potenza massima al connettore d’antenna, che considerino la variabilità temporale dell’emissione dei segnali generati dagli impianti (cioè dei campi elettromagnetici). In assenza di pertinenze esterne abitabili, i calcoli previsionali dovranno quindi includere i valori di assorbimento del campo elettromagnetico da parte delle strutture di edifici.

In sintesi, il Dl 179/2012 affida alle linee guida predisposte dall’Ispra e dalle Arpa/Appa (e che possono essere aggiornate ogni sei mesi) il compito di definire:

le modalità per la fornitura dei dati di potenza degli impianti da parte degli operatori;

i fattori di riduzione della potenza massima al connettore di antenna;

i valori di assorbimento del campo elettromagnetico da parte delle strutture di edifici;

la nozione di pertinenze esterne con dimensioni abitabili, per permanenze continuative giornaliere non inferiori a 4 ore.

I primi due aspetti (dati e fattori di riduzione) sono stati precisati dal Dm 2 dicembre 2012; mentre il terzo (valori di assorbimento) è stato specificato dal recente Dm 5 ottobre 2016.

Si attende dunque, dopo il parere delle commissioni parlamentari, il decreto che definisca gli ambienti abitativi e le dimensioni minime delle pertinenze esterne abitabili come balconi, terrazzi e cortili (sono esclusi i tetti anche se ci sono lucernai ed i lastrici solari con funzione prevalente di copertura e di proprietà comune dei condomini).

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