Gestione Affitti

Contratti concordati, cedolare sempre al 10%

di Saverio Fossati

Successo pieno della proprietà edilizia, in questo caso supportata anche dal Sunia (sindacato inquilini): la cedolare sugli affitti a canone concordato (il cosiddetto “3+2”) rimane al 10% e non solo a titolo provvisorio.

La vicenda si chiude quindi positivamente per il mondo immobiliare: l’aliquota speciale per i canoni concordati (sugli affitti a libero mercato era e resta al 21 per cento) era scesa dal 15% al 10% nel 2014 ma era previsto che la riduzione terminasse a fine 2019. Quindi dal 2020 sarebbe tornata al 15% su tutti i canoni concordati.

Pochi giorni fa, però, nella prima bozza della legge di Bilancio 2020, veniva lanciata una nuova aliquota speciale del 12,5% «a regime». Sempre meglio del ritorno al 15 per cento (per un bilocale medio il peso fiscale sarebbe aumentato dai 150 ai 180 euro l’anno), ma proprietà e inquilini si sono fatti sentire e hanno ottenuto non solo che la cedolare restasse al 10% ma anche che questa aliquota venisse fissata una volta per tutte.

La norma nella legge di Bilancio 2020 dice, infatti, che «all’articolo 3, comma 2 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, le parole “al 15 per cento” sono sostituite dalle seguenti “al 10 per cento”».

In ogni caso, nel nuovo regime delle detrazioni per i redditi sopra i 120mila euro è specificato che nel calcolo entrano anche i redditi da locazione (con canone concordato o di mercato) assoggettati alla cedolare secca.

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