Lavori & Tecnologie

Riqualificazione edifici della Pa, nuove procedure semplificate

di Giuseppe Latour

Maggiore coordinamento tra amministrazioni, con il coinvolgimento dell’agenzia del Demanio, possibilità di ricorrere agli appalti telematici, integrazione tra interventi di messa in sicurezza e di efficientamento energetico. Sono questi gli elementi dell’intervento inserito all’articolo 19 del Dl 17/2022, dedicato alla riqualificazione degli edifici della Pa.

Un intervento che si ricollega al capitolo del Pnrr (missione 2, capitolo 3) che prevede di accelerare la fase realizzativa del programma Prepac, il programma di riqualificazione energetica della pubblica amministrazione centrale. Si tratta di un piano che ha l’obiettivo di efficientare almeno il 3% annuo della superficie utile del patrimonio edilizio dello Stato.

Nel quadro di questo piano, entro il 30 giugno di ogni anno le pubbliche amministrazioni formulano proposte di intervento per la riqualificazione energetica dei loro immobili. Proprio su questo punto interviene il nuovo decreto e stabilisce che le proposte di interventi di riqualificazione energetica degli immobili possono essere formulate dalle Pa avvalendosi, oltre che dei Provveditorati interregionali opere pubbliche del ministero delle Infrastrutture, anche dell’agenzia del Demanio, attraverso la Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici.

L’altra modifica riguarda il passaggio nel quale finora era previsto che la realizzazione degli interventi compresi nei programmi di riqualificazione energetica fosse gestita dalle strutture operative dei provveditorati interregionali opere pubbliche del ministero delle Infrastrutture, supportate dalle amministrazioni interessate.

Secondo la nuova norma, invece, la realizzazione di questi interventi sarà gestita dai provveditorati, dalle amministrazioni interessate e dall’agenzia del Demanio, «in considerazione della tipologia di intervento e delle eventuali diverse forme di finanziamento che insistono sul medesimo immobile, al fine di promuovere forme di razionalizzazione e di coordinamento tra gli interventi, anche tra più amministrazioni, favorendo economie di scala e contribuendo al contenimento dei costi».

Affiancando l’operato dei provveditorati con quello dell’agenzia del Demanio - è questo lo spirito della modifica -, fin dalla fase antecedente alla richiesta di finanziamento al ministero della Transizione ecologica, «possono essere agevolate forme di razionalizzazione e coordinamento tra interventi di efficientamento energetico e interventi di adeguamento/miglioramento sismico (anche essi gestiti dall’agenzia del Demanio), che molto spesso si prestano ad essere effettuati in modo integrato, favorendo economie di scala, razionalizzando i costi e promuovendo forme di utilizzo sinergico di fondi differenti».

In questo modo, si cerca di realizzare «una più efficace distribuzione delle attività tra i diversi enti coinvolti, nell’ottica di una migliore valorizzazione delle rispettive competenze». Integrando anche «eventuali altre forme di finanziamento che insistono sullo stesso immobile». Quindi, su richiesta del Mite, l’agenzia del Demanio potrà curare anche l’esecuzione degli interventi. Inoltre, tutti i soggetti coinvolti potranno fare ricorso agli strumenti di acquisto e negoziazione telematici, come il mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa) e il sistema dinamico di acquisizione della pubblica amministrazione (Sdapa).

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