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Studio Enea sui benefici dei tetti green d’Europa: risparmi fino al 25% dell’energia elettrica

Hanno un impatto sull'efficientamento energetico riducendo la temperatura in estate ed evitando la dispersione del calore interno in inverno

di Fiorella Barile

Giardini verticali come il CaixaForum di Madrid, o il centro commerciale Fiordaliso di Milano, non sono solo “belli” architettonicamente ma sembra possano avere anche un impatto sull'efficientamento energetico della struttura riducendo la temperatura in estate ed evitando la dispersione del calore interno in inverno. A mettere nero su bianco i benefici economici e ambientali dei “tetti verdi” è l'Enea con uno studio intitolato «Gli ecosistemi vegetali per la rigenerazione ecologica delle città» pubblicato in questi giorni.

Nel documento viene indicato tra l'altro, l'impatto positivo del verde per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, vengono indicate le regole che consentono di accedere agli incentivi fiscali e suggeriti i tipi di copertura verde da adottare a seconda del clima in cui ci si trova.

La vegetazione sugli edifici
Già nel 2013, la Commissione europea nella pubblicazione «Strategia per le infrastrutture verdi, capitale naturale dell’Europa» aveva sostenuto azioni di sviluppo, ricerca e innovazione mirate alla realizzazione di sistemi di “rinaturazione” delle aree urbane. Tra le possibili soluzioni naturali proposte, l'impiego della vegetazione sugli edifici risultava tra le più efficaci per contrastare il riscaldamento globale e le emissioni di anidride carbonica. Non solo, gli edifici dotati di vegetazione riducono la domanda di energia elettrica per la climatizzazione estiva, favoriscono la cattura di inquinanti dall’atmosfera, attenuano il rumore negli edifici e allo stesso tempo aumentano la biodiversità urbana. C

Cosa accade in Europa e cosa dice la legge italiana
La tecnica di posizionamento della vegetazione sulle facciate di edifici ha visto un crescente interesse nel mondo. In Germania una ricerca in merito alle performance ambientali delle facciate verdi ha portato allo sviluppo di norme e linee guida non trasferibili però a paesi con condizioni climatiche differenti. Nelle regioni del Mediterraneo infatti, la diffusione della tecnologia verde è purtroppo limitata a causa della scarsa conoscenza dei suoi benefici e delle sue specifiche caratteristiche, e anche per la mancanza di incentivi statali.

Da un punto di vista legislativo esiste però la Direttiva (Ue) 2018/844, che riconosce e promuove gli investimenti per le «soluzioni di tipo naturale, quali tetti verdi e muri che garantiscano isolamento e ombreggiamento agli edifici, contribuiscono a ridurre la domanda di energia, limitando la necessità di riscaldamento e rinfrescamento e migliorando la prestazione energetica di un edificio».E in Italia?La normativa italiana non regolamenta in modo definito la progettazione di pareti verticali verdi, siano esse muri vegetali o pareti di ombreggiamento dell'edificio. Un passo in avanti è stato fatto, invece, in merito alle coperture verdi con l'emanazione della normativa UNI 11235 che definisce i criteri di progettazione, esecuzione, controllo e manutenzione delle stesse.

I tetti verdi secondo la normativa UNI 11235
Secondo la norma, i tetti verdi si distinguono in: verde estensivo (sistema che utilizza specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali in cui sono poste, che richiede spessori di substrato di coltivazione limitati e minimi interventi di manutenzione) e verde intensivo con cui si indica un sistema che richiede maggiori cure rispetto al precedente e l'ausilio di una manutenzione di maggiore intensità. In questo caso è impiegata un'ampia gamma di specie e associazioni vegetali: tappeti erbosi, erbacee perenni cespugli, alberi. Lo spessore delle stratificazioni è superiore ai 15 cm (normalmente non supera i 40 – 50 cm).

In soldoni quindi, per Enea, l’impiego diffuso del verde nelle aree urbane potrebbe produrre risparmi di circa il 25% dell’energia elettrica totale usata per il raffrescamento degli edifici in estate (il verde riduce le temperature superficiali evitando le variazioni che invece sono presenti nei tetti privi di vegetazione), trattenendo il calore in inverno attraverso i fenomeni di fotosintesi e traspirazione che caratterizzano l’accrescimento vegetale.

Gli incentivi fiscali per le coperture verdi
L'integrazione del tetto verde nell'involucro edilizio consente quindi un incremento dell'efficienza energetica dell'edificio sia nei periodi invernali sia estivi. Il Dm 19 febbraio 2007, il cosiddetto decreto Edifici, autorizza le detrazioni fiscali del 65% per il risparmio energetico degli edifici esistenti.Per accedere all’ecobonus il tetto verde deve però rispettare i requisiti indicati nelle Tabelle da 1 a 4 dell’Allegato 1, Appendice B al decreto del 26 giugno 2015 che indica i limiti per la trasmittanza termica.

La certificazione di edificio “verde”
Negli ultimi anni, diversi Paesi hanno cominciato a considerare i cosiddetti «edifici verdi», ovvero provvisti di sistemi vegetali esterni, nell'ambito delle certificazioni che definiscono gli edifici sotto il profilo sia energetico sia ambientale. I primi schemi di certificazione includono la Building research establishment environmental assessment methodology- Breeam nel Regno Unito e la Leadership in energy and environmental design-Leed negli Stati Uniti. Breeam e Leed sono e certificazioni più diffuse in materia di sostenibilità, sia per gli edifici esistenti sia per quelli di nuova costruzione, la prima è la più utilizzata nel settore edilizio europeo, il secondo è un programma di certificazione volontario che può essere applicato a qualsiasi tipo di edificio (sia commerciale che residenziale) e concerne tutto il ciclo di vita dell'edificio stesso, dalla progettazione alla costruzione promuovendo un approccio orientato alla sostenibilità.

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