Lavori & Tecnologie

Un milione di caldaie pulite taglia 1,3 miliardi di tonnnellate di Co2

Intervista al presiddente di Arse

Bene il decreto Cingolani che definisce i costi massimi specifici agevolabili, mentre «diciamo no allo stravolgimento della realtà in merito al Superbonus, uno dei pochi strumenti di politica industriale adottato in questo Paese: ribadiamo che dei 4,4 miliardi di frodi denunciate pubblicamente il Superbonus pesa per soli 132 milioni». Riccardo Bani, presidente di Arse, associazione per il riscaldamento senza emissioni, difende il Superbonus ma chiede al contempo di renderlo più selettivo. «Ora bisogna rimodulare lo strumento - dice - escludendo tecnologie inquinanti come le caldaie a gas e aumentando la premialità, invece, per gli edifici a zero emissioni». È una posizione in sintonia con quella di alcune associazioni ambientaliste, ma Bani rappresenta invece imprese che lavorano con pompe di calore geotermiche e ad alta temperatura. «Con le tecnologie esistenti - dice Bani - è già possibile sostituire un milione di caldaie con pompe di calore geotermiche riducendo le emissioni nel nostro Paese di circa 13 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, tanto quanto ottenuto da circa 20mila Mw di fotovoltaico, dimezzando la bolletta del riscaldamento delle famiglie e riducendo anche le importazioni di gas dall’estero».

La proposta è «un decalage crescente per tutti quegli interventi che generano un beneficio contenuto in termini di riduzione di energia primaria fossile e che non vanno nella direzione della decarbonizzazione».

La transizione ecologica passa necessariamente dalla riqualificazione energetica degli edifici, «perché - dice Bani - il parco edilizio italiano è realmente lontano dai requisiti necessari a concorrere alla decarbonizzazione del Paese: 17,5 milioni su 25,5 abitazioni italiane usano il metano, si usano le biomasse in 3,6 milioni di abitazioni, il riscaldamento elettrico e il gasolio in 1,3 milioni e il Gpl in 1,2 milioni di case. La soluzione - conclude Bani - è sotto di noi ovvero pompe di calore che utilizzino tecnologie innovative che possano sostituire con efficienza le caldaie, sfruttando una fonte di calore naturale come il terreno o le acque di prima falda o l’aria stessa».

Ma come funziona una pompa di calore ad alta temperatura? Si tratta di una tecnologia efficiente, a zero emissioni, che utilizza tre quarti dell'energia necessaria prelevandola gratuitamente dalla natura e un quarto di energia elettrica.

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