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Direttiva Ue sull’efficienza energetica degli edifici: nessuna limitazione su vendita e affitti

Dopo attenta analisi, Confabitare puntualizza che non si impedisce ai proprietari la vendita o l'affitto degli immobili non in linea con le previsioni

di Alberto Zanni - Presidente nazionale Confabitare

Presentata lo scorso 15 dicembre a Bruxelles, la nuova Direttiva Ue sull'efficienza energetica degli edifici (inserita all'interno del pacchetto denominato «Fit for 55») ha suscitato - quasi solo in Italia - un vespaio di polemiche da parte di chi polemizza su tutto, anche su quello che ancora non è stato né deciso né scritto. E così, sull'onda del «chi grida di più», ecco paventare scenari apocalittici dai risvolti economici e sociali drammatici, nei quali il “mostro Ue” arriverebbe addirittura ad impedire ai proprietari la vendita o l'affitto degli immobili non in linea con la Direttiva. Uno scenario da lacrime e sangue che, a detta dei polemici di mestiere, porterà al definitivo crollo del comparto immobiliare. Questo se fosse vero.

L’analisi di Confabitare
Confabitare, invece, che ha fatto dell'analisi - anche molto critica - delle proposte di legge e non delle mere ipotesi una regola di comportamento, quale associazione a tutela dei proprietari immobiliari è ben consapevole che i prossimi anni potranno essere complessi per molti proprietari e non solo per loro. Ma se l'obiettivo - che sembra ormai essere finalmente diventato un mantra a livello globale - è quello di ridurre in modo drastico le immissioni nocive nell'ambiente, allora qualcosa andrà pur fatto, altrimenti “da solo” il clima non migliora di certo.

In quest'ottica, prendiamo atto delle ipotesi previste a livello comunitario, che riguardano sia gli immobili pubblici che quelli privati, per favorire l'efficientamento energetico degli edifici, il risparmio di energia ed il contenimento dei consumi di combustibili fossili, il tutto spalmato in un arco temporale che arriva, a seconda delle classi energetiche - almeno al momento - fino al 2035, con l'obiettivo finale di raggiungere le zero emissioni entro il 2050. Se ci atteniamo ai dati, quelli veri e non immaginati, allora non possiamo dimenticare che, almeno in Europa, gli immobili sono forse il primo consumatore di energia, con una stima di circa il 40% dei consumi ed un tasso d'immissione inquinante in atmosfera del 36% circa.

La svolta green di cui ha bisogno il paese
Del resto, considerati gli obblighi esistenti al momento della vendita o dell'affitto di un immobile in ordine all'attestazione per prestazione energetica e le grandi difficoltà che associazioni come Confabitare riscontrano ogni giorno quando devono effettuare la verifica documentale di conformità, è facile capire che la polemica non serve a nulla (men che meno i like), mentre serve che tutti si rimbocchino le maniche, dal Governo in giù, per dare davvero una svolta green al Paese.

Svolta che, se ben gestita, può diventare davvero un volano per tutto il comparto immobiliare. Se questa è la situazione e i dati temporali sono quelli prospettati a livello Ue, allora da qui ai prossimi 5 anni andranno ripensati e ridisegnati tutti gli incentivi fiscali finalizzati al recupero degli edifici ed al loro risparmio energetico. Ma andranno anche pensate con serietà, senza approcci ideologici o morali, quelle che dovranno essere, inevitabilmente, le possibili sanzioni per chi non si adeguerà (che è cosa ben diversa da chi non è in grado di farlo). Sanzioni che, come ben ha specificato il Commissario Ue Timmermans, non è Bruxelles (come i leoni da social hanno sostenuto) che deve stabilire, bensì ogni singolo Governo di ogni singolo paese, avendo riguardo soprattutto alla specifica situazione del proprio Paese.

Nessuna limitazione o divieto alla vendita/affitto
Questo risultato lo si è ottenuto anche e soprattutto grazie all'intervento del capogruppo del Pd al parlamento europeo Brando Benifei, il quale proprio durante la sua partecipazione alla convention di Confabitare del 3 e 4 dicembre 2021, si è personalmente impegnato a tale fine. Ed infatti, nei documenti comunitari non si è riscontrato, almeno sino ad oggi, alcun riferimento a qualsivoglia forma di limitazione o divieto alla vendita o all'affitto. Men che meno contiene lo spauracchio della confisca, ipotesi ad oggi del tutto campata in aria ma che sembra aver ridato fiato mediatico a più di un soggetto recentemente “scomparso” dalla ribalta nazionale.

Confabitare, per parte sua, continuerà nel suo lavoro di affiancamento al Parlamento europeo, Governo e al Parlamento italiano, contribuendo con le proprie osservazioni e proposte a cercare di portare l'Italia “a piedi uniti” nel futuro e nella crescita economica, sociale ed ambientale, così come pubblicamente sancito dalla recente Convention nazionale, tenutasi con grande successo lo scorso 3 e 4 dicembre a Bologna, e partecipata dalle più alte competenze tecniche politiche e sociali, dalla quale sono emerse idee e proposte che a breve verranno tradotte in un documento programmatico per le istituzioni.

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