Lavori & Tecnologie

Ventilazione meccanica controllata degli interni ammessa al superbonus

di Luca Rollino

Un impianto di ventilazione meccanica controllata (acronimo Vmc) è un sistema tecnologico volto a garantire il corretto ricambio dell’aria all’interno degli ambienti, indipendentemente dall’azione umana di apertura e chiusura delle superficie di aerazione (ovvero finestre e portefinestre).

Si tratta dell’unico sistema con cui si ha la certezza di garantire il tasso di ventilazione degli ambienti interni, previsto dalla normativa e dalla legislazione vigente e variabile in funzione della destinazione d’uso. Il tema della qualità dell’aria interna (Iaq) è fondamentale per garantire il comfort all’interno degli edifici di nuova costruzione o riqualificati. In questi fabbricati, infatti, una minor permeabilità all’aria degli infissi di ultima generazione e l’uso di materiali coibentanti poco traspiranti possono generare uno scarso ricambio dell’aria e quindi una pessima Iaq e la formazione di muffe in corrispondenza di ponti termici non risolti o punti freddi.

Proprio per ridurre quest’ultimo rischio, il Dm 26 giugno 2015 (il decreto Requisiti minimi), nel caso di nuova costruzione, o di edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti o a riqualificazioni energetica, e in particolare qualora si realizzino interventi che riguardino le strutture opache delimitanti il volume climatizzato verso l’esterno, richiede la verifica dell’assenza di rischio di formazione di muffe e di condensazioni interstiziali.

Si tratta esattamente degli interventi in cui si ricade quando si riqualifica un edificio ricorrendo al superbonus: si coibentano le superfici opache, si sostituisce il sistema di generazione e magari anche gli infissi, ma non si riesce a risolvere ogni ponte termico, perché in alcuni casi risulta tecnicamente non fattibile o di difficile gestione. Si pensi in proposito ai balconi, che sono dei ponti termici lineari risolvibili con un rivestimento in materiale isolante, con problemi alle soglie e alla pavimentazione (peraltro parti private e non condominiali!).

Ad oggi, la Vmc non risultava né intervento trainante né intervento trainato, ma era agevolabile soltanto per persone fisiche, con una aliquota di detrazione del 50 per cento. Una Faq dell’Enea (la 16D) ribalta totalmente questa posizione, perché a determinate condizioni propone la Vmc come lavoro correlato alla riqualificazione energetica dell’involucro edilizio opaco, e in quanto tale nei limiti di spesa, detrazione e costo specifico a quest’ultimo riservato.

L’Enea specifica che sono ammissibili esclusivamente i sistemi di Vmc dotati di recupero di calore, ovvero in grado di pre-trattare l’aria di ingresso grazie all’aria di espulsione. Per l’Enea, pur considerando il numero di ricambi d’aria naturale previsto dalla norma UNI-TS 11300-1 e provvedendo per quanto possibile alla correzione dei ponti termici, se permane il pericolo di formazione di muffe o condense, e la Vmc rappresenta una valida soluzione tecnica per minimizzare o eliminare il rischio, questa è ammissibile alle detrazioni.

In merito, l’Enea non specifica limiti di validità legati ad aliquota di detrazione, destinazione d’uso delle unità immobiliari interessate (solo residenziale o anche non residenziale) o soggetto fruitore della agevolazione (solo Irpef o anche Ires). In assenza di ulteriori indicazioni, si deve presumere che la Vmc sia intervento correlato alla riqualificazione delle superfici opache, e in quanto tale possa essere proposto in tutte le unità immobiliari degli edifici soggetti a riqualificazione energetica, indipendentemente dall’uso e dal profilo del beneficiario della detrazione.

È però necessario che un tecnico abilitato alleghi come parte integrante e sostanziale dell’asseverazione una relazione tecnica dalla quale emerga che il sistema di Vmc installato è necessario per la minimizzazione del rischio muffe e condense, e garantisce un risparmio energetico rispetto alla situazione che prevede la massima correzione dei ponti termici, con un numero di ricambi d’aria naturale pari a quello previsto dalla norma UNI-TS 11300-1.

Il calcolo viene svolto nell’ipotesi in cui la Vmc sia alimentata solo con energia elettrica prelevata della rete. Inoltre, la Vmc con recupero di calore è incentivata anche nel caso in cui sia associata ad un intervento di sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale con un impianto con fluido termovettore ad aria e sia con esso strettamente integrata. In tale caso, si applicano i limiti di spesa, detrazione e costo specifico per questi impianti, come se fosse un’opera correlata e non un intervento con capienza autonoma.

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