Lavori & Tecnologie

Efficienza energetica: studio Enea-Università di Milano sui comportamenti delle famiglie

Più sensibili le donne degli uomini, mentre nei condomini si punta al risparmio energetico

di Davide Madeddu

Ridurre i consumi e diffondere la cultura dell'efficienza energetica, tra cambiamenti comportamentali e nuove tecnologie. Sono gli obiettivi dello studio effettuato dall'università Statale di Milano (Cattedra di Psicologia sociale) e il dipartimento Unità efficienza energetica dell'Enea - che ne ha curato anche la prefazione - nell'ambito della campagna nazionale sull'efficienza energetica «Italia in Classe A», promossa dal ministero dello Sviluppo economico e realizzata dall'Enea, sui comportamenti individuali e comunitari.

Gli obiettivi
Scopo della ricerca è «lo studio analitico delle abitudini, degli atteggiamenti e dei comportamenti pro-ambientali e di consumo di energia entro un campione di famiglie italiane residenti nel territorio lombardo, adottando il framework teorico-metodologico proprio della psicologia ambientale». Lo studio evidenzia come all'interno di un unico nucleo familiare «spesso convivano diverse subculture energetiche, derivanti da variabili» come genere, età, tipologia di abitazione e impegno sui temi della sostenibilità.

«Con questa pubblicazione si intende mettere a disposizione uno strumento multidisciplinare per contribuire alla riduzione dei consumi e alla diffusione della cultura dell'efficienza energetica, un settore in cui, oltre alle tecnologie, i cambiamenti comportamentali rivestono un ruolo di primo piano - dice Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento unità efficienza energetica dell'Enea - . E per questo, all'interno del nostro Dipartimento, il laboratorio strumenti di comunicazione per l'efficienza energetica è impegnato anche nella ricerca trasversale sui temi del behaviour change nel percorso di transizione energetica».

Maggiore sensibilità da parte delle donne
Dallo studio emerge che anche in Italia ad adottare i comportamenti più virtuosi sono le donne che «percepiscono in maniera più intensa l'efficacia e l'impatto positivo delle azioni individuali». Risultato? «Questo si traduce in pratiche quotidiane concrete, mentre nel genere maschile prevale lo scetticismo riguardo al reale impatto dei comportamenti sul sistema sociale nel suo complesso».Nello studio si riscontrano poi approcci diversi alla cultura della sostenibilità anche nell'ambito delle fasce di età, «con una maggiore adesione ad un'etica sostenibile e un'apertura più ampia al cambiamento da parte della fascia di età 18-37 anni anche per quanto riguarda i temi della mobilità e della condivisione dei servizi».

Tra gli over 78 c'è una maggiore attenzione di carattere economico nel minimizzare gli sprechi di acqua ed elettricità. Dal report emerge inoltre «la tendenza nel dotarsi di un numero inferiore di apparecchi ed elettrodomestici (-16,3%, a parità di dimensione del nucleo familiare) da parte di famiglie “ad alta sostenibilità”, cioè quelle che dichiarano un approccio valoriale maggiormente orientato alla salvaguardia ambientale».

E in condominio?
Chi vive in un contesto condominiale è più favorevole a una presenza di elettrodomestici e a consumi più orientati all'innovazione. «Questo grazie alla metratura più ridotta delle singole abitazioni, alla possibilità di condividere i sistemi di riscaldamento e alla distribuzione geografica dei condomini, decisamente più diffusi nei grandi centri urbani. Le differenze maggiori riguardano gli interventi per ridurre i consumi energetici, messi in atto in misura maggiore nei condomini, dove oltre il 59% degli intervistati ha indicato di aver effettuato almeno un intervento per risparmiare energia negli ultimi cinque anni, contro il 21% di chi vive nelle abitazioni indipendenti».

La percentuale di interventi stimolati dagli incentivi economici appare maggiore per chi vive all'interno di abitazioni indipendenti (40%) rispetto a chi abita nei condomini (32%).«Dal report emerge quanto sia importante, in termini di efficacia, la possibilità di fornire agli utenti una serie di feedback in tempo reale circa la correttezza dei propri comportamenti - prosegue la ricercatrice -, allo scopo di progettare strategie di sensibilizzazione che interagiscano direttamente con i cittadini, attuate attraverso metodologie in grado di iscriversi in tempo reale nel processo e nelle dinamiche quotidiane di utilizzo condiviso e individuale delle fonti rinnovabili».

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