Lavori & Tecnologie

In arrivo l’indice europeo per misurare il grado di performance delle case

di A.Lo.

Come si misura sinteticamente “l’intelligenza” di un edificio? L’Europa sta lavorando per introdurre un indicatore apposito, partendo dalla revisione della Direttiva sul rendimento energetico (Energy Performance Building Directive 844/2018).

I tecnici di Bruxelles puntano a promuovere l’adozione di un indice Sri, sigla di “Smart readiness indicator”, che misuri la capacità di migliorare l’efficienza energetica e la performance di un edificio grazie all’adozione di tecnologie smart. Tra i criteri che concorreranno a formarlo ci sono il comfort, cioè la capacità degli impianti di adattare l’operatività alle esigenze dell’utente; l’efficienza, che non significa solo avere buone prestazioni o sfruttare fonti rinnovabili, ma un sistema capace di monitorare l’energia consumata; la flessibilità, cioè un edificio che sappia reagire in relazione agli input ricevuti dalla rete, ad esempio attraverso il servizio di interruzione dei carichi e modulazione dei consumi.

Scendendo nel dettaglio, ciascuno dei servizi principali di cui si compone un edificio riceverà una sorta di “rating” da zero fino a quattro. Ad esempio, per il riscaldamento, un impianto sprovvisto di alcun controllo automatico riceverà zero, un impianto con un semplice termostato centralizzato sarà a uno, mentre il controllo del calore indipendente in ogni stanza, ottenuto mediante valvole termostatiche, ambirà al livello due e si salirà al massimo del punteggio, ossia quattro, per un sistema dotato di controllo in ogni singola stanza mediante comunicazione a distanza (filo o wireless) abbinato a sensore di rilevamento di presenza delle persone.

Siamo ancora lontani dal rendere questo indicatore obbligatorio, come avvenuto nel caso dell’indice di prestazione energetica, che ora è necessario esibire negli annunci di compravendita. Lo Sri dovrebbe inizialmente avere un ruolo informativo, ossia aumentare la consapevolezza sui vantaggi di queste tecnologie, motivare i consumatori ad accelerare gli investimenti e sostenere l’adozione di innovazioni tecnologiche nell’edilizia. E anche se sarà difficile tracciare una correlazione diretta, lo Sri dovrebbe anche riflettersi in misura proporzionale sugli aspetti economici dell'immobile.

Il report della School of management del Politecnico ha tracciato delle stime che misurano il “vantaggio” di un condominio davvero “smart” rispetto a uno analogo, ma di vecchia concezione. Il valore dell’immobile cresce di una forchetta compresa tra il 2% e il 17%, il tasso di occupazione degli spazi tra il 9% e il 18% e il valore dei contratti d’affitto può lievitare tra l’8% e il 35 per cento.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©