Lavori & Tecnologie

Purificazione dell’aria: più sicuri con filtri, ionizzazione e raggi Uv

di Maria Chiara Voci

Polveri, acari e pollini stagionali. Sostanze chimiche e Voc. Agenti patogeni come virus, funghi, muffe e batteri. Sono i nemici contro cui “combattono” i dispositivi per la purificazione e sanificazione dell’aria di casa (degli uffici o altri ambienti confinati): una delle più recenti evoluzioni dell’impiantistica a servizio della qualità dell’aria indoor.

Aria Interna
Non parliamo della ventilazione meccanica controllata, che resta la base di partenza - con risultati riconosciuti con chiara evidenza scientifica -per il ricambio costante dell’aria e l’abbattimento della CO2. Si tratta invece di tecnologie che sono finalizzate al trattamento dell’aria interna.

Possono essere abbinate alla climatizzazione o alla Vmc (in questo caso vengono integrate all’impianto e progettate ad hoc per la metratura da servire) o acquistate in versione stand-alone, senza necessità di interventi in casa. Anche se si tratta di apparecchi portatili (non economici, perché il costo supera alcune centinaia di euro) l’efficacia può essere la stessa, a patto che si tenga conto di una scelta adatta alle dimensioni della propria casa. Se un sistema medio può coprire una superficie di 300 metri quadrati, inutile pretendere di più.

Il comparto - in tempi di Coronavirus - sta vivendo una stagione d’oro. Ben prima dell’emergenza in corso era uno dei focus più attesi alla prossima edizione di MCE Mostra Convegno Expocomfort 2020 Milano, rimandata da marzo a metà settembre.

Il caso
Emblematico il caso dell’azienda di Padova Jonix, che usa la tecnologia della ionizzazione a plasma freddo (che spiegheremo) e che dall’inizio dell’emergenza in Cina, ha ricevuto ordini pari a quelli di un intero anno di produzione. Da Cile, Ecuador, Spagna, Svizzera, Hong Kong e ovviamente dall’Italia sono arrivate oltre 2.500 richieste per applicare la tecnologia in case di riposo per anziani, laboratori, fabbriche e luoghi di lavoro. Fiore all’occhiello dell’azienda è la produzione etica: la tecnologia è studiata a Pisa, ma la fabbrica di assemblaggio degli apparecchi è a Treviso e fa lavorare la cooperativa Sol.Co, che inserisce al lavoro persone disabili.

Il carbone attivo
Ma quali sono le tecnologie presenti sul mercato e come funzionano? Se parliamo solo di “abbattimento dei Voc”, il tema è più semplice. Filtri o sistemi al carbone attivo (in grado di assorbire sostanze nocive) possono essere efficaci per ridurre le concentrazioni di inquinanti nell’aria in percentuali più o meno importanti. Passando però agli agenti patogeni, il discorso è più complesso.

La filtrazione dell’aria
Iniziamo con la classica filtrazione dell’aria. «Come le mascherine che vengono usate in questi giorni per il personale medico e sanitario che si deve proteggere dal contagio, così questi sistemi saranno tanto più performanti quanto la grana del filtro è fine», afferma Leopoldo Busa, esperto di qualità indoor e promotore del sistema di certificazione volontario Biosafe. Teniamo conto che per il virus si parla di una dimensione di 0,01 micron che - veicolato assieme alla saliva - può essere catturato nella dimensione di 0,03 micron. Inoltre un filtro trattiene, ma non uccide, produce scorie e va sostituito con frequenza.

Fotocatalisi
Conosciuto da tempo è il sistema della fotocatalisi indotta dalla luce UV, che grazie a una doppia reazione di ossido-riduzione, riesce a ripulire l’aria. «Una soluzione efficace - spiega ancora Busa - ma laddove si parla di sanificazioni di superfici pressoché statiche. Molto difficile da applicare all’aria in forte movimento».

Ionizzazione
Più recenti i processi di ionizzazione (o elettrificazione) dell’aria, a plasma freddo o temperato (dove per plasma, in sostanza, si intende aria). Il principio fisico è quello della scarica di un fulmine, che durante i temporali rende l’aria “frizzante”. Il plasma freddo riesce infatti a caricare elettricamente le particelle d’aria a temperatura ambiente trasformandole in un gas ionizzato, che disaggrega sia i composti organici volatili che le membrane proteiche di virus e batteri.

Ozonizzazione
Altre soluzioni iniettano sostanze nell’aria: è il caso della ozonizzazione. L’ozono è un radicale libero potentissimo costituito da un atomo libero di ossigeno, in grado di “catturare” per aggregazione ogni molecola e di disgregarla.

«A studiare l’utilità e l’efficacia di queste tecnologie in Europa sono stati i colleghi francesi dell’Anses. I risultati del rapporto, che è del 2017, mettono in evidenza come qualsiasi strada si scelga, l'efficacia è sempre parziale», afferma Gaetano Settimo, coordinatore del gruppo di studio nazionale inquinamento indoor dell’Istituto Superiore di Sanità, che da dieci anni ha creato e coordina un gruppo di lavoro ad hoc proprio per studiare il tema della salubrità interna alle abitazioni e negli edifici in cui si svolgono attività lavorative. «E questo perché – continua Settimo – un conto sono i test di laboratorio, altro è calare la tecnologia nel quotidiano. Ad esempio, nella stanza in ufficio dove però le persone entrano ed escono continuamente, o le porte della stanza sono tenute aperte i sistemi non possono spesso garantire ciò che promettono». Non solo. «Per ciò che riguarda i sistemi che rilasciano o immettono sostanze nuove o purificanti nell'ambiente - prosegue - occorre sempre valutare bene che tipo di sostanze gassose o che altre soluzioni vengono prodotte dal sistema e introdotte nell'ambiente. Perché lo stesso ozono, in quantità superiori a certe soglie, può risultare dannoso e allora il rimedio è peggio del problema».

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