Lavori & Tecnologie

Uni 10200 e contabilizzazione del calore: procedura d'infrazione in vista

di Giuseppe Mazzei



Il prossimo Governo tra le prime tirate d'orecchie dell'Europa rischia di trovarsene una collegata alla contabilizzazione individuale del calore, conseguente al recepimento della Direttiva 27/2012, con i decreti legislativi 102/2014 e 141/2016.
La materia è un po' complessa , ma ridotta all'osso si tratta di questo. Stando alle norme in vigore, (d.Lgs 102/14 art.9 comma 5, come modificato dal D.lgs 141/16 all'art.5 comma 1)
per la corretta suddivisione delle spese connesse al consumo di calore nei condomini con riscaldamento centralizzato o teleriscaldamento “ l'importo complessivo è suddiviso tra gli utenti finali, in base alla norma tecnica UNI 10200 e successive modifiche e aggiornamenti”. Se la norma tecnica non è applicabile o si dimostra che “ la differenza di fabbisogno termico per metro quadro tra almeno due unità immobiliari è superiore al 50%, è possibile suddividere l'importo complessivo tra gli utenti finali attribuendo una quota di almeno il 70% agli effettivi prelievi volontari di energia termica”.
Sembrano regole innocue , ma alla prova dei fatti provocano conflitti di interessi all'interno del condominio. La UNI 10200, per l'attribuzione dei costi relativi ai prelievi involontari di calore, invece di usare i tradizionali millesimi di riscaldamento del condominio, utilizza i millesimi di fabbisogno (cioè quelli che il progettista calcola per determinare le potenze dei radiatori da installare nelle singole stanze per avere una temperatura di 20° quando fuori fa -5°). Gli appartamenti all'attico o sotto il tetto o a piano terra sopra garage e cantine hanno ovviamente millesimi di fabbisogno più alti in quanto più energivori. Gli appartamenti che stanno in mezzo -e che sono la maggioranza- hanno millesimi di fabbisogno più bassi. Tra l'altro, i millesimi di fabbisogno calcolati in fase di progettazione originaria non tengono conto di eventuali migliorie apportate (es. sostituzione di infissi con doppi vetri) anche se questi interventi hanno diminuito il fabbisogno energetico!!
Le conseguenze di questo metodo sono gravi. I condòmini del piano terra e dell'attico sono notevolmente svantaggiati: pagano di più per i consumi volontari che sono costretti ad effettuare essendo in posizioni che necessitano di maggior calore, ma si vedono caricare anche costi più alti degli altri per i prelievi involontari di calore calcolati sui millesimi di fabbisogno.
Questo causa forti contestazioni e conflitti di interesse. I condòmini di piano terra e attico avrebbero tutto l'interesse a far effettuare al condominio lavori per l' efficienza energetica ( ad esempio la coibentazione del tetto). La maggioranza dei condòmini (proprietari di appartamenti nei piani centrali), invece, questa convenienza non ce l'ha e tende ad opporsi a questi interventi per l'efficienza energetica: applicando la UNI10200 per loro va bene così e non ha senso affrontare spese che migliorerebbero l'efficienza energetica complessiva del condominio, ma non avrebbero ricadute significative sui loro costi. E questo è palesemente contro lo spirito della Direttiva Europea il cui fine è incentivare gli interventi di efficientamento sulle parti comuni per ottenere un risparmio energetico. Siamo quindi di fronte ad una situazione schizofrenica: da un lato la Direttiva impone la riduzione di consumi anche tramite maggiore efficienza energetica dei fabbricati, dall'altra la UNI 10200 disincentiva questi interventi e tende anche a penalizzare la contabilizzazione individuale.
Di tutto questo si sono accorti a Bruxelles e su alcuni tavoli cominciano a circolare appunti che pongono il problema. L'art 19 della Direttiva impone agli Stati membri di “rimuovere ostacoli all'efficienza energetica(…) in particolare per quanto riguarda la separazione degli incentivi tra i proprietari , con l'intento che essi rinuncino a realizzare investimenti tesi a migliorare l'efficienza energetica ,che avrebbero invece realizzato in altre condizioni, perché non ne otterranno individualmente i pieni benefici”. Applicando la UNI 10200 si creano proprio degli incentivi per la maggioranza di un condominio a non fare interventi di efficienza energetica. E non è esclusa l'apertura di una procedura di infrazione.

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