Lavori & Tecnologie

Nel futuro condivisione e smart grid

di Maria Chiara Voci

Tutto ruota intorno ad alcuni concetti chiave. Quello di “prosumers”, un consumatore che è anche un produttore. Quello di “micro smart grid”, piccole reti di generazione locale di energia (che possono integrano diverse fonti sostenibili). Quello di “storage evoluti”, capaci di regolare i flussi di rilascio o immagazzinamento di energia dialogando con la rete. Quello di “energy community”: gruppi localizzati in cui famiglie, industrie, condomini, ospedali, centri commerciali e pubbliche amministrazioni si mettono insieme per consentire a chi produce energia in eccesso di scambiarla con i vicini di casa.

Si tratta – come ha messo in luce anche l’ultimo Storage Energy Report dell’E&S Group del Politecnico di Milano – di passare da una logica di uso del fotovoltaico e dei relativi sistemi di accumulo come “riserva di energia” a un principio, più evoluto, di “servizio per la rete”. Nel primo caso, il fotovoltaico è destinato a una nicchia di clienti quasi esclusivamente residenziali, spinti non solo da ragioni economiche, ma di “moda” o attenzione all’ambiente. Nel secondo, si tratta di svoltare verso un nuovo paradigma culturale, che vede la produzione distribuita e l’utilizzo efficiente dell’energia come la chiave attorno a cui progettare i nuovi sistemi residenziali.

Un obiettivo – è bene chiarirlo – che non va verso un distacco dalla rete. Anzi. «Staccarsi sarebbe un paradosso antieconomico – spiega Davide Tinazzi, ad di Energy srl, una delle imprese di punta del settore microgrid, nata dentro l’incubatore della green e circular economy di Trentino Sviluppo, Progetto Manifattura, a Rovereto –. L’allacciamento al gestore va inteso, al contrario, come un servizio da sfruttare bene e secondo necessità». Uno scambio reciproco: perché la presenza di micro grid è un’ottima opportunità, per bilanciare le fluttuazioni nella rete elettrica pubblica, contribuendo alla sua stabilizzazione. «Se infatti in rete è presente troppa energia – prosegue Tinazzi – è possibile accumularla, per rilasciarla invece quando serve».

In Italia, per passare dalle parole ai fatti occorre, però, superare uno scoglio di legge. Nonostante esista una norma europea che apre alla creazione di comunità di autoconsumo, oggi l’energia in eccesso prodotta da un singolo utente non può essere scambiata sul territorio locale, ma deve essere obbligatoriamente immessa nella rete nazionale, per poi essere riacquistata. «Uno scoglio notevole – nota Tinazzi – anche perché le tecnologie per superarlo sarebbero già attive». Energy, in occasione dell'ultima edizione della convention Rebuild di Riva del Garda e come capofila di una rete di aziende, ha messo in piedi una micro-grid locale e dimostrativa (che ha garantito energia a diversi spazi dell’evento).

All’estero, la community energetica è già realtà: ad esempio in Germania, dove lo scambio di energia può già avvenire non solo tra case singole dotate di un impianto fotovoltaico, ma anche tra semplici consumer che abitano in appartamenti condominiali, grazie al progetto di energy sharing denominato sonnenCommunity, lanciato nel 2015 dall'azienda specializzata in sistemi di storage e che conta già oggi oltre 6mila iscritti. «In pratica – spiega Vincenzo Ferreri, country manager – si paga un canone fisso e si riceve tutta l’energia necessaria per la propria abitazione. Anche in Italia abbiamo lanciato una community, che funziona ovviamente in modo diverso, ma che porta allo stesso risultato.Grazie a un’offerta, attiva fino a fine settembre, chi acquista una delle nostre batterie paga un fee mensile di 9,90 euro e ottiene per 24 mesi l’azzeramento della bolletta per la quota che eccede l’autoconsumo».

Fra i pacchetti proposti da Evolvere – proprietaria in Italia di un portafoglio retail composto da più di 10mila impianti, per una capacità complessiva che supera i 50 MW, installati presso clientela domestica e small business – c’è anche un prodotto di investimento: un solar bond riservato a coloro che vogliono partecipare al finanziamento di impianti che fanno parte del portafoglio complessivo. «Nella convinzione – spiegano – che il futuro sarà la capacità di avviare attività di cross-selling di prodotti e servizi di generazione distribuita, di efficientamento energetico e di domotica».

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