Lavori & Tecnologie

Materiali flessibili più attenti all’estetica

di Maria Chiara Voci

Pannelli fotovoltaici trasparenti, che catturano i raggi ultravioletti e infrarossi e sostituiscono i vetri delle finestre, delle pensiline e dei parapetti dei balconi. Moduli fotovoltaici curvi, ellittici, semi-sferici e ondulati in grado di integrarsi perfettamente con qualsiasi componente architettonico mantenendo, dal punto di vista tecnico, buoni livelli di efficienza. L’evoluzione del fotovoltaico non passa solo dal prezzo, ma anche dalla forma. Che (in ambito architettonico) sta sempre di più abbandonando quella classica, del modulo rettangolare e grigio-bluastro, da inserire quasi come elemento di disturbo e dissonanza sul tetto o su un campo a terra. Per mutare apparenza e colore.

«Un rinnovamento che non è sinonimo di perdita di funzionalità», commenta Laura Maturi di Eurac, l’Accademia Europea di Bolzano. L’ente, proprio in tema di fotovoltaico, nuove tecnologie e design, ha partecipato a diverse ricerche in ambito transnazionale e ha contribuito a sviluppare alcuni prototipi di moduli “belli da vedere” e integrabili anche e addirittura con oggetti presenti in casa, dai lampioni alle lampade, alle tende. «Se ragioniamo solo in termini di pura efficienza – prosegue la ricercatrice - il silicio monocristallino è la scelta più corretta. Ma non tanto per una questione di prezzo. Quanto più perché a parità di potenza, per una produzione di 1kWp, necessita di meno spazio. Al contrario, invece, per installare moduli di silicio amorfo, una delle sottocategorie del cosiddetto film sottile, per ottenere la medesima performance ho bisogno di più superficie. Mentre sul fronte prezzo, sono tecnologie più o meno comparabili».

Proprio il film sottile, ad esempio nella sua tecnologia Cigs, consente però si essere applicato su substrati flessibili e quindi di ricoprire anche oggetti curvi o addirittura sferici. Fra i prototipi elaborati da Eurac in collaborazione con aziende c’è, ad esempio, una lampada dalla forma paraboloide. Altra possibile variazione è il colore: che può variare secondo gamme molto varie, a partire da quella del blu scuro, considerata la più efficiente per la capacità di riflessione. «Esiste anche la possibilità di installare moduli trasparenti o semi-trasparenti – prosegue Maturi – che ben si adattano, a volte, con le esigenze architettoniche. Un risultato che si ottiene sia con il cristallino che con il film sottile. Nel primo caso, come conseguenza al distanziamento delle celle, che daranno un risultato di luci e ombre nella riflessione del sole. Nel secondo caso, ottenendo effetti anche omogenei».

Per quanto riguarda gli accumulatori, i sistemi elettrici sono ancora a un grado di sviluppo embrionale, mentre quelli chimici e termici hanno ambiti di applicazione più limitati. Oltre il 90% dei nuovi investimenti riguardano, invece, le soluzioni elettrochimiche. Che comprendono le batterie al piombo, vantaggiose in termini di costo (circa metà di quelle agli ioni di litio); quelle redox al vanadio, che sono le più costose perché molto complesse e quindi le meno competitive sul mercato; quelle agli ioni di litio e al sodio-nichel, le più competitive e quelle che, in prospettiva, hanno maggiori chance di riduzione notevole e ulteriore di prezzo a parità di prestazioni. Le differenze sostanziali nel campo delle batterie si giocano, infine, sulla durata e sulla capacità dei sistemi di essere intelligenti (cioè di dialogare all’interno di micro-grid, con gli elettrodomestici di casa e con la rete elettrica cui la casa è allacciata).

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