Lavori & Tecnologie

Contabilizzatori da rifare tra 10 anni con le modifiche Ue

di Saverio Fossati

Contabilizzatori, tra 10 anni saranno da rifare (se non sono leggibili a distanza). E in caso di interventi edilizi importanti i condomìni dovranno predisporre il cablaggio, mentre in tutti gli edifici non residenziali andranno sistemate le colonnine di ricarica per le auto elettriche a partire dal 2025.

Sono solo alcuni dei contenuti delle future modifiche alle direttive 2012/27/Ue e 2010/31/Ue che la Commissione Ue (com 2016 761, 765 e 862) sta sottoponendo agli Stati membri e per i quali Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, chiamata ieri a un’audizione alla commissione Industria del Senato, ha esposto le sue contestazioni.

La novità sui contabilizzatori, segnala Confedilizia, richiede la sostituzione o trasformazione, entro il 1o gennaio 2027, di tutti i contatori individuali o contabilizzatori individuali già installati ma non leggibili a distanza. Eppure, spiega Confedilizia, la maggior parte di questi contatori individuali – non obbligatoriamente leggibili a distanza – sono stati appena installati e in Italia è stata disposta una proroga al 30 giugno 2017: «A fronte dei pesanti investimenti dedicati, la proporzionalità di questa misura rispetto al limitato beneficio previsto – tra un contatore leggibile a distanza e uno che non lo è – non è stata affatto dimostrata. E (secondo stime dettagliate, i costi potrebbero variare tra 50 e 140 € per il retrofitting di un contatore, 24-60 € per un contabilizzatore individuale di calore, 890 e 2.700 € per sistemi M-bus o GSM)».

Contestato anche il pre cablaggio per l’installazione di un punto di ricarica per auto elettri che in edifici con oltre dieci posti auto, senza tener conto di nessuna specificità, ogni volta che vi siano interventi importanti all’edificio (superiori al 25% del valore dell’edificio). Il costo ipotizzato dall’Ue di 300 euro è, per Confedilizia, del tutto irreale negli edifici già esistenti, dove potrebbe invece raggiungere i 1300 euro. Il suggerimento è quindi di limitare l’obbligo agli edifici nuovi. «Se si prevedono obblighi generalizzati in tema di efficienza energetica, invece di incentivi - dice Spaziani Testa - , si dimenticano le famiglie che non riescono ad affrontare nemmeno le spese ordinarie di condominio».

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