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Agevolazioni Imu sul comodato, l’Uppi è insoddisfatta per gli «effetti collaterali»

dalla Redazione


La legge di stabilità ha introdotto la riduzione del 50% per l'IMU e la TASI per le unità
immobiliari, escluse quelle di categoria catastale A/1, A/8 e A/9, concesse in comodato dal
soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che destinano l'immobile ad
abitazione principale a condizione che: il contratto di comodato venga registrato, il
comodante possieda un solo immobile in Italia oltre a quello ceduto gratuitamente e i due
immobili siano ubicati nello stesso comune. Ai comuni, sottolinea l’Uppi, sarà, quindi, preclusa la possibilità di prevedere l'esenzione totale per tale tipologia di immobili.
L'Uppi ritiene grave «L'aver introdotto l'obbligatorietà della registrazione per i contratti di
comodato tra padre e figlio con un costo di € 232,00 per la registrazione che sia aggiunge a
quello per l'attestato di certificazione energetica APE e del tutto inopportuno l'aver
escluso tutti i comodanti che possiedono, secondo l'interpretazione letterale della norma,
oltre all'immobile concesso in comodato, un altro immobile come ad esempio, un negozio,
un ufficio o un terreno agricolo». E stima che «Degli oltre un milione e trecento mila immobili concessi in uso gratuito a famigliari, non più del 10% avrà diritto all'agevolazione o avrà la convenienza a beneficare della nuova normativa introdotta dalla legge di Stabilità, con la conseguenza che molti piccoli proprietari immobiliari, non possessori della sola prima casa, pagheranno nel 2016 di più di IMU e TASI rispetto al 2015».