Lavori & Tecnologie

Superbonus: equo compenso per i professionisti in caso di cessione

di Giuseppe Latour

Equo compenso per i professionisti, per tutelarli nei confronti dei general contractor. Punta in questa direzione l’emendamento al decreto Ristori (Dl 137/2020) votato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che integrerà le regole sul superbonus.

La modifica prevede l’applicazione della disciplina in materia di equo compenso «nei confronti dei professionisti incaricati di prestazioni finalizzate all’accesso» al 110%. Non si tratta, però, di un’applicazione generalizzata, perché la legge individua dei casi particolari.

Sono obbligati a rispettare i parametri dell’equo compenso «i soggetti destinatari della cessione dell’agevolazione fiscale, ivi compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari», per le prestazioni rese dai professionisti «nei rapporti con i clienti diversi dai consumatori».

Si tratta di una questione che era già stata messa sotto osservazione dalla commissione sull’Anagrafe tributaria, nella sua relazione, approvata pochi giorni fa quando, in riferimento ai general contractor, si parlava di «necessità di individuare dei parametri di riferimento che consentano la piena salvaguardia e rispetto del principio dell’equo compenso per le attività di progettazione ed asseverazione, di competenza dei professionisti abilitati».

In questi mesi diversi grandi intermediari stanno vendendo pacchetti “chiavi in mano” nei quali comprano il credito fiscale del 110% e seguono anche tutta la parte tecnica e burocratica: sono offerte molto allettanti per i clienti, perché evitano di gestire procedure che sono molto complesse e limitano il rischio di non incassare il credito per qualche motivo.

Ovviamente, questi general contractor non fanno i lavori e i progetti con risorse proprie, ma si appoggiano a imprese e professionisti piccoli e medi. Il timore è che i professionisti, coinvolti in operazioni legate a questa filiera, vengano pagati poco e male.

Bisogna ricordare che le norme sull’equo compenso riguardano le prestazioni rese dai lavoratori autonomi nei rapporti con clienti diversi dai consumatori, quindi con i cosiddetti «clienti forti», come banche e assicurazioni. Nel caso del 110%, le tutele saranno applicabili ai professionisti iscritti a Ordini e collegi professionali. Si tratta, soprattutto, dei professionisti tecnici, che saranno quelli più coinvolti dalle attività legate al 110%, come asseverazioni e progettazione: per i loro compensi il riferimento è rappresentato dal Dm parametri (decreto del ministero della Giustizia del 17 giugno 2016).

A vigilare sul rispetto di questi obblighi sarà il ministro dello Sviluppo economico, d’intesa con il ministro della Pubblica amministrazione. Avranno il compito di segnalare eventuali violazioni all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©