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In Emilia-Romagna meno barriere architettoniche e più ascensori in case e condominio

dalla Redazione


Approvata dalla Giunta regionale la ripartizione della prima parte dei 29 milioni concessi dal Ministero, in tre anni, all'Emilia-Romagna. Suddivise tra i Comuni anche le risorse annuali del Fondo regionale, che permetteranno di esaurire tutte le richieste.
Meno barriere e più ascensori nelle case dell'Emilia-Romagna, ma anche porte più larghe e bagni più ampi per dare un aiuto concreto a chi rischia di vivere isolato, magari perché disabile o troppo anziano per fare le scale.
Supera € 15 milioni il pacchetto di risorse destinate ai Comuni ed Unioni per finanziare, nel 2018, i lavori edilizi di abbattimento delle barriere architettoniche negli appartamenti e nelle parti comuni dei condomini in cui vivono i disabili. Con le risorse statali, dopo molti anni, i comuni potranno fare fronte, almeno in parte, alle oltre 9.000 richieste dei cittadini disabili ancora ferme nelle graduatorie comunali, dando precedenza alle situazioni di maggiore gravità. Grazie ai contributi della Regione, invece, potrà ripartire lo scorrimento della graduatoria regionale (710 domande al 1° marzo 2018), fino alla copertura totale del fabbisogno.
Tra le opere per l'abbattimento delle barriere architettoniche domestiche, quindi in abitazioni o nelle parti comuni degli edifici di residenza, sono finanziabili:
- installazione di montascale, pedane elevatrici, ascensori;
- adattamento dei sevizi igienici;
- allargamento delle porte;
- predisposizione di videocitofoni e sistemi di automazione per porte e cancelli.
Le risorse del Fondo nazionale sono state ripartite tenendo conto del numero di richieste presenti nelle graduatorie comunali. A Bologna vanno 3,1 milioni; a Modena 2,1; a Ravenna e Reggio Emilia rispettivamente 1,4; a Parma 1,3; a Rimini e Forlì rispettivamente 1,1; a Ferrara 937.000 e a Piacenza 577.000.
La ripartizione tra le province delle risorse del Fondo regionale è la seguente: Bologna 440.000; Rimini 305.000; Modena 303.000; Ravenna 260.000; Parma e Forlì 240.000 ciascuna; Reggio Emilia 218.000; Ferrara 133.000 e Piacenza 54.000.

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