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Gli immobili abusivi vanno demoliti: stop alla «sanatoria» della Campania

di Giuseppe Latour

Stop alla sanatoria edilizia fai-da-te della Regione Campania. La Consulta, con la sentenza 140 depositata ieri, ha dichiarato incostituzionali le disposizioni della legge regionale n.19/2017 in materia di conservazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio dei comuni.

Il tema, molto delicato in Campania, è quello dell’abusivismo di necessità. Sfumata l’ipotesi di una regolazione nazionale, la Regione aveva varato una sua norma nella quale si lasciava intravedere la possibilità di «misure alternative alla demolizione». Di fatto, qualcosa di vicino a un condono. Perché ai Comuni veniva data la possibilità di valutare, caso per caso, se al posto della demolizione non fosse meglio procedere ad acquisire l’immobile al patrimonio dell’amministrazione. Eventualmente riassegnandolo agli stessi occupanti, dietro pagamento di un canone.

Alla Corte costituzionale questa impostazione non piace. Gli immobili abusivi, una volta entrati nel patrimonio dei comuni, devono essere demoliti e solo in via eccezionale conservati. In altre parole, la Campania ha operato un’inversione rispetto all’assetto previsto dal Testo unico edilizia: la rimozione deve essere la via ordinaria.

Il disallineamento della legge campana - dice la Corte - «finisce con intaccare e al tempo stesso sminuire l’efficacia anche deterrente del regime sanzionatorio dettato dallo Stato», incentrato sulla demolizione. Proteggendo le situazioni di abuso in questo modo, l’illecito urbanistico-edilizio potrebbe addirittura tradursi, a conti fatti, in un vantaggio per il trasgressore.

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