Lavori & Tecnologie

I geometri possono progettare i lavori per ottenere il sisma bonus

di Giuseppe Latour

Correzione arrivata. È passata appena una settimana dall'esplosione del caso legato alle competenze dei professionisti che potranno effettuare le diagnosi sismiche, ma subito è arrivato il colpo di scena: il ministero delle Infrastrutture ha appena pubblicato un decreto correttivo. Il Dm n. 65 del 2017 ritocca il testo che, lo scorso 28 febbraio, aveva regolato per la prima volta la materia della classificazione sismica degli edifici, lanciando sul mercato il nuovo sismabonus. Saltano, così, i riferimenti ad architetti e ingegneri: le diagnosi saranno possibili per tutti i professionisti incaricati, secondo le rispettive competenze professionali.
Il pasticcio – va ricordato - è tutto contenuto all'articolo 3 del decreto ministeriale firmato da Graziano Delrio il 28 febbraio: qui si legge che «l'efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è attestata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzioni dei lavori delle strutture e collaudo statico in possesso di laurea in ingegneria o in architettura secondo le competenze del Dpr 328/2001 e iscritti ai relativi ordini professionali di appartenenza». La scelta veniva confermata dal modello di asseverazione, allegato sempre al decreto ministeriale. Qui, nello spazio precompilato riservato al professionista, si parlava solo di architetti e ingegneri.
Questa impostazione del decreto aveva lasciato l'amaro in bocca ai molti professionisti, geometri in testa, che venivano esclusi dal ricco mercato delle diagnosi. Ne è nata una trattativa con il ministero per ottenere una correzione lampo del testo. Correzione che è puntualmente arrivata. E che interviene in due punti. Il primo è proprio l'articolo 3, dove si taglia il riferimento a ingegneri e architetti, ma si stabilisce che l'efficacia degli interventi potrà essere asseverata “dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali, iscritti ai relativi ordini e collegi professionali di appartenenza”. E' in questo riferimento che sta la chiave di volta della correzione: ogni professionista potrà intervenire, in base alle sue competenze. Se ci saranno contestazioni, sarà materia da Tar ma certamente non da decreto ministeriale. A corredo di questo viene corretta anche l'asseverazione tipo: scompaiono i riferimenti ad architetti e ingegneri in tutte le sezioni dell'allegato B.
L'intervento, per il presidente del Consiglio nazionale dei geometri, Maurizio Savoncelli, chiude la questione: «E' esattamente quello che avevamo chiesto. Viene così riconosciuto il principio per il quale un geometra potrà fare le diagnosi sismiche nell'ambito delle competenze che la legge gli riconosce. Escluderci dal sismabonus sarebbe stato grave perché si tratta di una novità che avvia una nuova stagione nel panorama della messa in sicurezza del territorio italiano. Devo anche ringraziare il ministero, perché è intervenuto in tempi rapidissimi». La questione delle competenze è centrale anche per il consigliere del Cng, Pasquale Salvatore: «Non chiedevamo ampliamenti delle competenze, ma il riconoscimento del nostro ruolo. D'altronde, il sistema di diagnosi è stato pensato per essere utilizzato in maniera molto semplice. Proprio questa semplicità ci faceva pensare che l'applicazione anche ai geometri non fosse in discussione. Ora la questione è stata finalmente risolta e possiamo lavorare a priorità reali come quella della formazione e delle competenze, che non possono più essere ancorate, come nel caso delle professioni, a norme obsolete».

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