Fisco

Ecobonus, per lo sconto in fattura le correzioni arrivano in manovra

di Giuseppe Latour

Modifica e non cancellazione. Da ospitare nella legge di Bilancio e non in un altro veicolo normativo, dai tempi più rapidi. Lavorando su due piani: il meccanismo attuale per gli interventi più complessi (come la riqualificazione globale degli edifici) e una forma semplificata, con un sostegno finanziario alle imprese, per gli interventi più semplici (l’installazione di un pannello fotovoltaico).

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli ieri nel corso del question time al Senato ha spiegato la linea del governo sullo sconto in fattura , il contestatissimo strumento (molto criticato dalle imprese piccole e medie) introdotto dall’articolo 10 del decreto crescita (Dl 34/2019).

Patuanelli, dopo avere ricordato gli ottimi risultati ottenuti attraverso l’ecobonus, ha spiegato che lo spirito del decreto crescita «era quello di continuare ad intervenire per creare questi risultati». La norma, però, «ha prodotto un risultato negativo su una parte di attività produttive, che peraltro è quella prevalente nel nostro paese».

I motivi sono due. Il primo è «che i grossi gruppi, quando si parla di interventi singoli su edifici, come ad esempio il montaggio di impianti fotovoltaici, riescono ad applicare un prezzo inferiore rispetto alla piccola impresa, che ha meno ordinativo e meno organizzazione aziendale». Il secondo riguarda «la capienza fiscale, cioè la detrazione in più anni ha un effetto, lo sconto in fattura un altro: l’impresa si trova in assenza di liquidità immediata e quindi, ovviamente, le piccole e medie imprese si sono trovate in difficoltà».

Quindi, c’è «l’esigenza evidente di modificare il testo». Sul punto, il ministro ha detto che si potrebbe, da un lato, «con una operazione in qualche modo finanziaria, garantire la sostenibilità delle piccole imprese che non sono capienti». Dall’altra parte, «potrebbe esserci anche un interesse a mantenere alcune parti del provvedimento così come sono, legate però non esclusivamente a interventi singoli sull’edificio». Nel caso di interventi più complessi, cioè, può esserci un «interessamento diretto della filiera e, quindi, anche delle imprese meno strutturate che potrebbero trarne vantaggio».

Questa modifica sarà ospitata dalla manovra. «Io ritengo che ci sia bisogno di un ragionamento che ci porti alla legge di Bilancio e a trovare anche gli strumenti finanziari di accompagnamento della modifica della norma». Per ascoltare i diversi portatori di interesse sul tema, sarà attivato un tavolo di confronto presso il Mise: in quella sede si discuteranno le soluzioni nel dettaglio.

La road map indicata da Patuanelli viene accolta con favore dal presidente della commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, da sempre tra i promotori di una correzione: «Il meccanismo va migliorato, ed è rassicurante che il ministro abbia individuato nella legge di Bilancio la sede più opportuna per farlo, magari cercando di rendere la norma compatibile per realtà imprenditoriali più piccole». Risposte positive anche dalle piccole imprese. Cna esprime «pieno sostegno» alle affermazioni del ministro sulla necessità di rivedere un meccanismo che ha «causato problemi alle Pmi».

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