Fisco

Ristrutturazione, ampliamenti senza bonus

di Saverio Fossati

La detrazione per chi compra la casa ristrutturata da un’impresa va calcolata solo sulle spese fatte per i lavori di ripristino, esclusi gli eventuali ampliamenti. Il chiarimento viene dalla Divisione Contribuenti della Direzione Centrale Piccole e Medie Imprese dell’agenzia delle Entrate, con la risposta n. 150 di ieri al quesito di un contribuente.

Il Consiglio di Stato (parere 27/2018) ha chiarito che anche le demolizioni con ricostruzione sono «ristrutturazioni» se non è aumentata la volumetria (tranne che per lavori antisismici). L’impresa che aveva ristrutturato l’edificio disponeva solo di un titolo abilitativo per ristrutturazione edilizia. Ma aveva realizzato un ampliamento, approfittando del fatto che alcuni «vani tecnici» preesistenti ora non vengono più computati nella volumetria, rimasta quindi identica a quella originaria: di questo, però non aveva fornito prova.

Le Entrate però hanno precisato che, trattandosi di lavori di ristrutturazione, la parte su cui calcolare la detrazione spettante agli acquirenti degli appartamenti (oggi il 50% del 25% del prezzo di compravendita, con un massimo di 48mila euro) sia solo quella già esistente a inizio lavori e non quella risultante dall’ampliamento.

Le fatture, dicono le Entrate, dovranno indicare chiaramente la parte di importo riferibile alla ristrutturazione e quella riferibile all’ampliamento oppure fornire all’acquirente una attestazione che indichi gli importi riferibili a ciascuna tipologia di interventi.

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