Fisco

Ricalcolo dell’importo se il dato non è corretto

Il dato principale da controllare sull’avviso di pagamento Tari è la superficie tassata. Non è ancora in vigore la regola dell’80% della superficie catastale (applicabile comunque solo agli immobili di categoria catastale A, B e C), quindi il Comune può usare la superficie “calpestabile” o quella “catastale” (peraltro oggetto di azioni di recupero massive da parte di molti enti).

Nel primo caso (“calpestabile”), si può capire se il dato indicato dall’ente sia corretto, comparandolo con la superficie desumibile dalla planimetria dell’immobile.

Nel secondo caso (“catastale”), va in primis chiarito che il criterio dell’80% della superficie catastale è applicabile solo in via residuale, cioè quando mancano i dati delle superfici calpestabili. Per reperire il dato catastale è possibile collegarsi al servizio online gratuito dell’agenzia delle Entrate («consultazione rendite catastali»). Le informazioni sono tuttavia parziali, perché il dato della superficie catastale è presente solo per gli immobili di categoria C, mentre per quelli di categoria A (abitazioni) c’è il numero dei vani.

Ad ogni modo, l’eventuale sproporzione del dato indicato dal Comune costituisce un campanello d’allarme e consente di chiedere chiarimenti all’ente, ovvero il ricalcolo dell’importo da pagare riparametrato sull’effettiva superficie tassabile.

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