Fisco

Bonus sul risparmio energetico con massimali di spesa unitari

di Giuseppe Latour

Ventotto nuovi tetti di spesa, calcolati per «unità» di prodotto acquistata: tra i 350 e i 450 euro al metro quadrato per un infisso, 180 euro al metro quadrato per una schermatura solare oppure, per le caldaie a condensazione, tra i 200 e i 250 euro al kW. Si rivede così il sistema delle spese massime ammissibili nell’ambito dell’ecobonus. Con un effetto evidente: per la quota che va oltre non sarà possibile la detrazione. 

È la novità più rilevante contenuta nella bozza di decreto messa a punto dal ministero dello Sviluppo economico, assieme al Mef, al Mit e all’Ambiente . Un provvedimento che è stato previsto dall’ultima legge di Bilancio (legge 205/2017) e che ha l’obiettivo di riscrivere interamente le regole di riferimento delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, ritoccando le specifiche tecniche e i massimali di costo di tutti gli interventi. «Questi requisiti - spiega la relazione illustrativa - sono stati definiti con decreti del Mef risalenti al 2007 e al 2008». Serviva, insomma, un restyling per chiarire il perimetro delle agevolazioni.

L’opera di revisione è molto consistente e si compone di una cinquantina di pagine, compresi gli allegati: si guarda alla procedura ma, soprattutto, alle spese detraibili. «Il decreto - dice ancora la relazione - introduce anche massimali unitari di spesa per ogni singola tipologia di intervento». Massimali che puntano a riallineare l’impatto economico ed energetico delle regole sui bonus. In sostanza, con il nuovo assetto i cittadini dovranno rispettare due tetti: uno globale per le spese complessive e il secondo per valori unitari, parametrato al metro quadrato o al kW, a seconda delle situazioni. «Per gli interventi che accedono alle detrazioni fiscali della legge 296/2016 - spiegano dalla Task force Enea per le detrazioni fiscali - è una novità introdotta dalla legge di Bilancio 2018, anche se il decreto deve ancora essere pubblicato. Erano già previsti per il Conto termico, gestito dal Gse». La quota di spesa che supera queste soglie, con il nuovo sistema, non sarà detraibile.

In totale, se la bozza sarà confermata nella versione finale, i massimali unitari saranno 28. Nella maggior parte dei casi si ragionerà al metro quadrato: riqualificazione energetica, infissi, schermature solari, isolamento di pavimenti e pareti. In qualche altro si ragionerà, invece, con i kW: caldaie, pompe di calore, generatori di calore a biomasse. Qualche esempio aiuta a comprendere meglio la struttura del provvedimento. Per gli infissi saranno previste due fasce di massimali: la prima a 350 euro e la seconda a 450 euro per ogni metro quadrato, a seconda della collocazione dell’immobile. Per le schermature, invece, è previsto un limite unificato: 180 euro di spesa al metro quadrato.

Nel caso di una caldaia a condensazione con potenza nominale inferiore ai 35 kW, la spesa massima ammissibile sarà pari a 250 euro per ogni kW. Mentre sopra i 35 kW di potenza nominale la spesa scenderà a 200 euro per kW. Assetto simile per le pompe di calore, con spesa ammissibile massima che, però, salirà a 650 e a 750 euro, a seconda dei casi. Fanno eccezione gli scaldacqua a pompa di calore: fino a 150 litri di accumulo saranno riconosciuti mille euro di spesa, mentre oltre i 150 litri si potrà arrivare fino a 1.250 euro.

Parliamo di spese massime. Tutto, allora, andrà incrociato con le tabelle delle percentuali detraibili che, con l’intervento della legge di Bilancio 2018, sono diventate particolarmente frastagliate: si va dal 75% per la riqualificazione «pesante» al 50% degli infissi e delle schermature solari. Passando per gli interventi che sono rimasti agganciati al classico 65%, come gli acquisti di caldaie a condensazione con efficienza pari almeno alla classe A, accompagnate da sistemi di termoregolazione.

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