Fisco

Bonus mobili, dai lavori in casa ai bonifici le trappole da evitare

di Giovanni Parente

Nuova chance per ottenere lo sconto fiscale sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici in caso di ristrutturazione edilizia ma attenzione alle trappole. L’ultima legge di Bilancio ha, infatti, prorogato il bonus del 50% anche agli acquisti effettuati nel 2018 fissando però un paletto temporale perché il diritto all’agevolazione scatta solo per chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato non prima del 1° gennaio 2017. Mentre per gli acquisti effettuati nel 2017 si può accedere alla detrazione soltanto se l’intervento di ristrutturazione è iniziato in data non precedente al 1° gennaio 2016. È quanto sottolinea anche la versione aggiornata della guida «Bonus mobili ed elettrodomestici» pubblicata ieri dall’agenzia delle Entrate, che propone anche una serie di Faq. Ma vediamo nel dettaglio.

L’ecobonus non dà diritto allo sconto fiscale
Il bonus mobili ed elettrodomestici è collegato a quello per i lavori in casa. Mentre gli interventi che danno diritto all’ecobonus relativo alle opere per il risparmio energetico non consentono di aver diritto allo sconto sugli arredi. A tal proposito, le Faq delle Entratemettono in chiaro che «gli interventi peri quali siusufruisce della detrazionedel 65%, finalizzati al risparmioenergetico (per esempio, l'installazionedi pannelli solari, la sostituzione impianti di climatizzazione invernale, la riqualificazione energetica di edifici esistenti), non consentono di ottenere la detrazione per acquisto di mobili e grandi elettrodomestici».

Discorso diverso, invece, per le caldaie. «La sostituzione della caldaia rientra tra gli interventi di “manutenzione straordinaria”. È necessario, comunque, che ci sia un risparmio energetico rispetto alla situazione preesistente», mette in evidenza l’Agenzia.

Niente da fare con il box auto pertinenziale
Non basta neanche l’acquisto del box auto pertinenziale per cui si sfrutta l’agevolazione del 50 per cento. «Tra gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che permettono di avere la detrazione per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici - scrive l’Agenzia - non sono compresi quelli per la realizzazione di box o posti auto pertinenziali rispetto all'abitazione principale».

Lo scontrino o la ricevuta senza codice fiscale
Il pagamento dei mobili e degli elettrodomestici per aver diritto al bonus del 50% deve avvenire attraverso strumenti tracciabili. Non è necessario il bonifico parlante ma che cosa succede se si paga con carta di credito o debito e lo scontrino non riporta il codice fiscale dell’acquirente? A tal proposito le Entrate chiariscono che «se manca il codice fiscale, la detrazione è comunque ammessa se in esso è indicata natura, qualità e quantità dei beni acquistati e se esso è riconducibile al contribuente titolare della carta in base alla corrispondenza con i dati del pagamento (esercente, importo, data e ora)».

Il bonus non si trasmette agli eredi
Altro aspetto che emerge dalle Faq della guida delle Entrate è che non è previsto «il trasferimento agli eredi della detrazione non utilizzata in tutto o in parte» in caso di decesso del contribuente che ha effettuato l’acquisto agevolato.

L’avvio dei lavori
La guida ricorda poi che per ottenere il bonus è necessario che la data dell'inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni. Mentre non è richiesto che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l'arredo dell'immobile. La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, tra l’altro, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all'Asl, se è obbligatoria. Per gli interventi che, invece, non hanno bisogno di comunicazioni o titoli abilitativi, basta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

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