Fisco

Calano le case di lusso e le rendite catastali degli «imbullonati» ma aumentano i «ruderi»

di Saverio Fossati

Sono state pubblicate ieri le «Statistiche catastali 2016» , risultato delle analisi annuali dell’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’agenzia delle Entrate. Tra i dati di maggior rilievo il calo delle abitazioni classificate nella categoria A/1 (signorili), che pagano l’Imu anche se sono abitazioni principali. Sono passate, a livello nazionale, da 24.215 a 23.703. Delle 512 unità “perdute” ben 147, il 28 per cento, sono concentrate nella sola città di Genova, che vanta il poco invidiabile record di ben 4.059 unità «signorili», il 17 per cento del totale nazionale.
Calano anche le rendite catastali dei capannoni , per effetto della neutralità fiscale dei macchinari «imbullonati». Nel complesso gli immobili registrano un aumentodello 0,5% con una rendita che supera i 37 miliardi di euro ma scende dell’1,1% rispetto all'anno precedente.
Confedilizia segnala poi che nel 2016 si registra anche un + 70% di ruderi rispetto al 2011: aumentano, cioè (come già nel 2015) le cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. .
Nel 2016, aferma Confedilizia, il numero di questi immobili – inquadrati nella categoria catastale F2 – è cresciuto del 3,4% rispetto al 2015. Ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e post IMU: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono aumentati del 70%, essendo passati da 278.121 a 474.165 (+196.044).
«Come ogni anno – ha dichiarato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – giunge puntuale la statistica dell'Agenzia delle entrate che ci conferma quello che già la realtà si incarica di mostrarci. E cioè che molti immobili sono un vero e proprio peso per i loro proprietari, che in numero sempre più frequente li riducono volontariamente in ruderi perché non sono più in grado di far fronte alle spese per il loro mantenimento e alla abnorme tassazione patrimoniale oppure li vedono finire in condizioni di fatiscenza. Non si tratta che della punta di un iceberg, la cui parte restante è composta dai tanti proprietari che si svenano letteralmente per pagare – con i redditi da lavoro, se il lavoro lo hanno – il sempre più insopportabile obolo per mantenere la casa ereditata dai genitori o dai nonni nel borgo dimenticato o il locale commerciale che nessuno vuole comprare o prendere in affitto. Mentre aumentano coloro che chiedono a Confedilizia come fare per rinunciare a proprietà ereditate. Sulla fiscalità immobiliare bisogna invertire la rotta, quando lo capiremo?».

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