Fisco

Riforma del catasto, un Ddl bipartisan riprende la delega. Confedilizia: non è la priorità

di Saverio Fossati

Sarà presentato domani al Senato un Ddl che riprende il testo dell'articolo 2 della delega fiscale, decaduto l'anno scorso. Lo scopo, spiega Mauro Marino (Pd) presidente della commissione Finanze del Senato e firmatario del Ddl con Salvatore Sciascia (Fi), «è quello di usare la stessa logica bipartisan della delega fiscale». Esiste un rapporto stretto tra riforma del catasto e fabbisogni standard dei Comuni, oggetto del convegno di ieri a Oulx, cui ha partecipato, con Marino, anche Vieri Ceriani (Ad Sose). «La riforma - spiega Marino - permetterà di ridefinirli e quindi è di stretta attualità».
Sciascia, poi, mette al centro anche la questione dell'invarianza di gettito che comunque, assicura, sarà legata all'eliminazione delle sperequazioni tra immobili cui sono state attribuiti valori lontani dalla realtà.
Decisamente critico Daniele Capezzone, ex presidente della commissione Finanze della Camera: «Dico no a scherzi e no a stangate ai danni dei contribuenti. È assurdo ora, a fine legislatura, parlare di riforma del catasto. Semmai, bisogna abbattere una assurda tassazione su tutti gli immobili. A suo tempo, il Governo Renzi non fece tesoro della delega fiscale che avevo contribuito a scrivere, come relatore e estensore alla Camera. E lì, in quella delega, scritta tenendo conto delle sacrosante posizioni dei proprietari di immobili, non c'era il principio di una vaga invarianza di gettito nazionale (che, com'è chiaro, può aprire la strada a qualunque tipo di operazione pasticciata), ma una precisa, specifica e verificabile invarianza di gettito a livello comunale. Dunque, Confedilizia ha ragione da vendere in questi giorni a lanciare un grido di allarme. Sarebbe paradossale una beffa ai contribuenti a fine legislature».
L’altolà di Confedilizia ha addirittura preceduto l’annuncio del Ddl: già venerdì mattina Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, intervenendo a Unomattina su Rai 1, ha affermato che «La priorità del settore immobiliare non è la riforma del catasto, ma una significativa riduzione della tassazione, arrivata a circa 50 miliardi di euro all'anno, in gran parte di natura patrimoniale. Nel giugno del 2015 – ha aggiunto Spaziani Testa – il presidente Renzi aveva ritirato il provvedimento che stava per essere approvato dal Consiglio dei ministri perché esso non conteneva le necessarie garanzie di invarianza di gettito, aprendo all'opposto uno scenario di ulteriori aumenti di tassazione sugli immobili, che avrebbero effetti anche sulle prime case (imposte sulla compravendita e calcolo Isee). Quella legge delega è scaduta, ma di una revisione del catasto si potrà discutere solo quando – attraverso disposizioni chiare e trasparenti – sarà garantita, oltre all'attuazione del principio di invarianza di gettito, la possibilità di verificare ed eventualmente contestare l'aggiornamento catastale di ogni singolo immobile. In ogni caso – ha concluso il presidente di Confedilizia – parlare di catasto porta ad eludere il vero problema, che è quello della necessità di correggere gli errori compiuti a partire dalla manovra Monti, che – oltre ad introdurre la tassazione sulla prima casa, successivamente eliminata dal Governo Renzi (salvo centomila abitazioni) – ha triplicato l'imposizione su tutti gli altri immobili (case affittate, anche a canone agevolato, negozi, uffici ecc.). Correggere questi errori è la vera priorità del settore immobiliare».
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