L'esperto rispondeFisco

Niente bonus del 50% per l'edificio in categoria F/3

Marco Zandonà

La domanda

Per effettuare il frazionamento di un immobile abitativo, originariamente accatastato in categoria A/3, e per il quale è stato concesso un permesso di ristrutturazione e ampliamento, è stato effettuato il suo accatastamento, all'apertura dei lavori, in categoria F/3. L'immobile è stato, quindi, successivamente ceduto, sempre in categoria F/3. È possibile, per i nuovi proprietari, fruire dell'agevolazione del 50% limitatamente ai lavori di ristrutturazione, dato che, comunque, l'unico modo per ottenere il frazionamento, come mi conferma l'architetto, è l'accatastamento in F/3?

Nel caso di specie, l’immobile risultante dal frazionamento è classificato nella categoria catastale denominata «F3 - unità in corso di costruzione», alla quale non viene associata alcuna rendita catastale. In altri termini, il fabbricato in corso di costruzione viene iscritto in catasto con la categoria F/3, ma senza attribuzione di rendita, in quanto l’immobile non si può ancora ritenere un fabbricato «abitabile o servibile all’uso cui è destinato». Pertanto, il 36-50 per cento (ex articolo 16-bis del Tuir, Dpr 917/1986, e articolo 1, comma 47, della legge 190/2014; si veda anche la guida al 50% su www.agenziaentrate.it) non è applicabile, in quanto esso è limitato agli interventi eseguiti su fabbricati già ultimati e accatastati prima dell’inizio del recupero (si veda la guida al 36% su www.agenziaentrate.it). Si precisa, tuttavia, che, trattandosi di un fabbricato già esistente, l’accatastamento provvisorio doveva essere in F/4 (in corso di definizione, con foglio di mappa e particella e subalterno), e non in F/3, e in questo modo le spese per la ristrutturazione del preesistente (e non di ampliamento) potevano fruire della detrazione del 50 per cento.

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