Condominio

Prescinde dal contesto urbanistico in cui sorge lo stabile il danno al decoro prodotto da canna fumaria

Non importa se in tutti i palazzi della strada dove sorge l’edificio in cui è installata ci sono canne fumarie simili

di Annarita D’Ambrosio

Riguarda il tema del decoro architettonico violato l’ordinanza della Cassazione 35172/2021 depositata il 18 novembre, che chiarisce anche aspetti ulteriori rispetto ai precedenti arresti in materia ovvero che la valutazione del danno deve sempre riguardare l’edificio dove si trova la canna fumaria, non estendendosi al contesto abitativo circostante.

I fatti
Una società, che era stata condannata alla rimozione di una canna fumaria nei due gradi di merito, si era rivolta alla Suprema corte proprio facendo riferimento agli edifici adiacenti. Si chiedeva di cassare la pronuncia di appello perchè non aveva tenuto conto del fatto che la strada dove il manufatto è collocato è secondaria e vi si affacciano depositi, laboratori ed altri edifici sui quali sono installate canne fumarie simili.

Il ragionamento della Corte
Censura inammissibile per i giudici di legittimità che hanno chiarito: ai fini della tutela prevista dall’articolo 1120, secondo comma, Codice civile, non occorre che il fabbricato , il cui decoro sia stato alterato da una innovazione, abbia un particolare pregio storico, nè rileva che il decoro sia stata compromesso da precedenti interventi sull’immobile.

È sufficiente che la complessiva armonia, che conferisce allo stabile una propria identità, risulti compromessa (Cassazione 14455/2009; Cassazione 10350/2011; Cassazione 18928/2020). La valutazione in ogni caso prescinde dall’impatto dell’opera con l’ambiente circostante e riguarda solo lo specifico edificio in cui il manufatto si trova.

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