Condominio

Dal 1° gennaio 2022 i dati di consumo volontario vanno forniti ai condòmini almeno una volta al mese

Serve un’infrastruttura in grado di raccogliere i dati in maniera automatica e un sistema chiaro di presentazione dei dati sul web

di Massimiliano Magri (CT 271 Comitato Termotecnico Italiano)

In questi ultimi anni molti condòmini si sono chiesti perche' sono state rese obbligatorie le valvole termostatiche ed i sistemi per misurare o stimare i consumi termici negli appartamenti. Spesso gli amministratori hanno solo comunicato all'assemblea l'obbligo della contabilizzazione a causa del famoso DLgs.102/14 e smi senza spiegare le reali motivazioni che hanno portato il legislatore a questa scelta. In alcuni casi gli utenti hanno chiesto informazioni alle istituzioni senza pero' avere delle risposte convincenti.

È successo addirittura che in alcuni casi l'installazione delle termovalvole (o “valvoline” come qualcuno chiama le termostatiche) abbia causato dei costi maggiori, sia a livello del singolo appartamento, cosa purtroppo inevitabile in certi casi, sia che il consumo maggiore abbia riguardato l'intero impianto condominiale, e questo andrebbe di certo approfondito in quanto assurdo, per fortuna questi casi sono assai rari.

In generale l'installazione delle valvole ha dato un certo beneficio, ma ancora esse non hanno dato l'apporto che potrebbero e dovrebbero dare. Il beneficio si potrebbe stimare in un risparmio energetico di circa 10-20%. Perché in molti casi non si e' ancora arrivati a questo?

La risposta a questo quesito deve arrivare, altrimenti gli utenti che hanno dovuto installare e pagare questi interventi credono che quest'obbligo sia un altro balzello, un modo per smuovere il mercato invece che un modo per poter davvero risparmiare energia e quindi soldi che altrimenti sarebbero del tutto sprecati, senza parlare del miglioramento dell'impatto ambientale dell'edificio.

Il fatto di misurare l'energia emessa dai corpi scaldanti oppure erogata in una singola unita' immobiliare, serve per rendere evidente il consumo agli utenti finali, spingendoli a risparmiare il piu' possibile. Si cerca quindi di modificare il comportamento degli utenti in maniera che siano piu' virtuosi, cioe' attenti a evitare gli sprechi. Ad oggi i dati di consumo vengono utilizzati solo per la fatturazione o la ripartizione delle spese di riscaldamento, quindi essi sono raccolti una o due volte all'anno, spesso in una modalita' chiamata “walk-by”. Questa modalità e' abilitata tramite dei contatori o contabilizzatori in grado di trasmettere via radio i consumi, cosi' un operatore può raccogliere i dati senza dover entrare fisicamente nelle unita' immobiliari. L'operatore deve solo essere nelle vicinanze dei contatori (tipicamente dai 10 ai 100 metri di distanza) e quindi rimanere sul pianerottolo del condominio oppure nelle sue immediate adiacenze per qualche decina di minuti.

Il fatto che un operatore debba fisicamente recarsi sul posto risolve il problema della raccolta dati finalizzata alla sola fatturazione, ma questo non consente alcun cambiamento di comportamento degli utenti. Loro infatti, come tutti noi, si lamentano quando arriva la bolletta oppure i conti dell'amministratore, ma poi in pratica non cambia nulla, i consumi rimangono in molti casi di fatto invariati.

Vedere i consumi solo a fine stagione termica vuol dire che è troppo tardi per intervenire, invece e' necessario che le azioni virtuose degli utenti possano essere percepite come efficaci durante la stessa stagione di riscaldamento. Serve avere i dati piu' di frequente e soprattutto devono essere presentati in maniera comprensibile. In questo modo gli utenti hanno la facolta' di modificare il proprio comportamento e vedere in tempo quasi reale gli effetti del proprio cambiamento in termini di risparmio energetico.

Le norme europee e la scadenza del 1° gennaio
Per questo la CE ha rivisto la direttiva sulla efficienza energetica (EED 2018/2002) attuata dal DLgs73/2020 ed in particolare l'allegato 9 che cosi' recita:“Dal 1° gennaio 2022, se sono stati installati contatori o contabilizzatori di calore leggibili da remoto, le informazioni sulla fatturazione o sul consumo basate sul consumo effettivo o sulle letture dei contabilizzatori di calore sono fornite agli utenti finali almeno una volta al mese. Esse possono altresì essere rese disponibili via Internet e aggiornate con la massima frequenza consentita dai dispositivi e dai sistemi di misurazione utilizzati.”

Quindi dal prossimo gennaio, i dati di consumo devono essere forniti almeno mensilmente agli utenti finali se sono installati sistemi di contabilizzazione con lettura da remoto. Prima domanda: quali sono i sistemi leggibili da remoto?La direttiva EU dà la facoltà agli stati membri di scegliere se considerare i sistemi walk-by come leggibili da remoto o meno. Purtroppo, il DLgs 73/20 non ha chiarito questo punto in maniera inequivocabile, quindi dobbiamo considerare “leggibili da remoto” tutti i contatori o contabilizzatori in grado di trasmettere via radio i dati di consumo.

A oggi, praticamente tutti i dispositivi installati sono in grado di avere questa modalità (quasi tutti sono sistemi con porta M-Bus o wireless WL M-Bus), quindi dobbiamo considerarli tutti “leggibili da remoto”. Il walk-by deve essere visto in questa modalita' in quanto non serve avere alcun accesso fisico al contatore. Questo significa che il letturista (anche se non deve entrare nella unita' immobiliari) deve recarsi nei pressi del condominio e raccogliere i dati almeno una volta al mese per sei mesi all'anno e non piu' solo una volta. E' ovvio che questa novità avrà delle ripercussioni non trascurabili sui costi fissi di servizio, ma la soluzione alternativa c'e'.

Tutti i costruttori di contabilizzazione o gli integratori di sistemi tecnologici offrono dei sistemi per leggere i consumi tramite dei concentratori in grado di ritrasmettere i dati raccolti sul campo tramite ponti radio (GSM GPRS, ecc.) o reti di comunicazione filare (TCP/IP via ADSL, fibra ottica, ecc.). Questi dati arrivano tipicamente ad un sistema centrale (un cloud come oggi viene chiamato) a cui gli utenti possono accedere tramite la rete pubblica internet con PC, tablet o cellulare. In questo modo gli utenti finali possono avere i dati sempre aggiornati (tipicamente in maniera giornaliera o settimanale).Ma chi sono gli utenti finali?La CE ha voluto chiarire la differenza tra clienti finali ed utenti finali (art. 7 RACCOMANDAZIONE (UE) 2019/1660).

Di norma, i dati di consumo finiscono solo nelle mani dei clienti finali, cioe' quelle persone che di fatto pagano le bollette in quanto hanno un rapporto contrattuale diretto con il fornitore del vettore energetico. Non e' detto che i clienti finali siano i reali fruitori del servizio; capita spesso che il servizio di riscaldamento (od altri servizi) sia pagato da entita' diverse dai clienti finali, sono tipicamente gli occupanti di unita' immobiliari di cui loro non sono i proprietari (il noto problema dello “split incentive”).

Affitti brevi
Oggi sono di moda gli affitti brevi o brevissimi (l'utente non e' il cliente finale), oppure gli utenti finali possono essere anche i singoli componenti della stessa famiglia, o conviventi di vario genere. Dato che i fruitori dei servizi energivori di un edificio devono essere coinvolti nel processo di efficientamento, anch'essi, anche se non pagano direttamente le bollette energetiche, devono modificare i propri comportamenti per essere piu' virtuosi. Per questo i dati di consumo devono essere accessibili non solo ai clienti, ma anche agli utenti finali che potremmo chiamare anche “occupanti” sia che siano permanenti, sia che siano solo temporanei.

Bisogna motivare tutti gli utenti al risparmio energetico e alla limitazione degli sprechi, non sempre il risparmio economico e' una leva utilizzabile, anche se di certo e' quella piu' efficace.Come devono essere presentati i dati?
Questa e' la domanda forse piu' difficile. Il DLgs73/20 descrive le informazioni minime in fattura nel caso di contratti diretti con il fornitore del servizio energetico (elettricita', gas e calore) nell'allegato 9 punto 3.

Nel caso di sotto contatori e contabilizzazione indiretta (ripartitori o sistemi ad ore compensate) non e' possibile fornire i dati di fatturazione in maniera mensile, settimanale o giornaliera. È però possibile dare i dati di consumo. Dobbiamo pero' tenere conto di alcuni fattori:•i dati di consumo rilevati dai sotto contatori riguardano solo i consumi che la UNI 10200 definisce volontari, quindi non sono tutti i consumi effettivi,•nel caso dei contatori, i dati sono espressi in kWh, un dato poco comprensibile soprattutto se riferito a consumi di tipo termico•gli utenti finali sono individui di qualunque ceto sociale, cultura, lingua, eta', ecc.Possiamo quindi estrapolare dal punto 3 dell'allegato 9 del DLgs72/20 alcuni spunti utili per la fornitura di informazione sui consumi.

Oltre al consumo l'utente finale deve disporre di:•punto c) del dlgs: “raffronto tra il consumo corrente di energia dell'utente finale e il consumo nello stesso periodo dell'anno precedente, sotto forma di grafico, corretto per le variazioni climatiche nel caso del riscaldamento e del raffreddamento”•punto d) del dlgs: “recapiti (compresi i siti Internet) delle associazioni dei consumatori e dell'ENEA, al fine di ottenere informazioni sulle misure disponibili di miglioramento dell'efficienza energetica, profili comparativi dei consumi in base alle diverse tipologie di utenti e chiarimenti sulle migliori tecnologie energetiche disponibili nell'ambito del presente allegato”•punto f) del dlgs: “confronti con il consumo di un utente finale medio o di riferimento appartenente alla stessa categoria di utenza”.Questi punti descrivono il “cosa” ma non il “come”. Su questo ultimo tema si gioca una partita fondamentale in cui la vittoria significa il cambio reale di comportamento degli utenti. In questo caso e' necessario uno studio approfondito in cui determinare la modalita' di presentazione dei dati di cui sopra.

Non si tratta solo uno studio termotecnico, ma anche di comunicazione alle persone al fine di una modifica comportamentale degli utenti.Ci sono di gia' alcuni prodotti sul mercato in grado di rispondere a queste esigenze, ma quello che sara' interessante sono gli studi che l'ENEA sta facendo tramite diversi progetti in cui sono coinvolti alcuni condomìni di diversa natura, ubicazione territoriale ed estrazione sociale degli occupanti, produttori di portali energetici e l'università' di Cassino con l'aiuto anche degli studi della facoltà' di psicologia della Bicocca a Milano.

Cosa serve
Concludendo, a partire dal 1.1.2022 i dati di consumo volontario devono essere forniti agli utenti (i condòmini) almeno una volta al mese, serve quindi: 1.una infrastruttura in grado di raccogliere i dati in maniera automatica (in gergo tecnico chiamata AMI: automatic metering infrastructure),2.un sistema di presentazione dei dati su internet chiaro e fruibile a tutti.C'e' pochissimo tempo per arrivare a soddisfare almeno il primo punto in tempo utile.

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