Condominio

Troppo rumore. Il tribunale ordina alla struttura ricettiva di spegnere i condizionatori durante la notte

La struttura era all’interno di un condominio e anche il contesto ha inciso nella valutazione del superamento della normale tollerabilità delle emissioni sonore

di Giuseppe Donato Nuzzo

L'albergo deve spegnere i condizionatori durante la notte se superano la soglia di rumore consentita. Lo ha stabilito il Tribunale di Roma con la sentenza 14279 del 10 settembre 2021. Accolta in parte la domanda di un condominio contro la proprietaria che gestisce una struttura ricettiva all'interno del condominio. Il giudice ha imposto lo spegnimento, dalle 22 alle 6 del mattino, di tutti i condizionatori che emettono rumori superiori a 3 decibel rispetto alla rumorosità di fondo.

I fatti
La vicenda riguarda il ricorso proposto dal condominio contro la società proprietaria di numerosi appartamenti dello stabile, destinati ad attività ricettiva. Tra le altre richieste, il condominio aveva chiesto al giudice di far cessare l'inquinamento acustico provocato dal rumore dei condizionatori d'aria installati all'interno della chiostrina condominiale, a servizio dell'hotel. La controparte si era difesa facendo presente di aver eseguito interventi di isolamento acustico. Peraltro, faceva presente che sulla chiostrina insistevano altri impianti di condizionamento, collocati da altri condòmini. Impianti che risulterebbero ben più rumorosi rispetto ai propri.

Il superamento dei limiti di tollerabilità
Il Tribunale di Roma, come detto, ha accolto la domanda, ordinando lo spegnimento di una parte dei condizionatori più rumorosi durante le ore notturne.Tutto ruota intorno all'articolo 844 Codice civile, che fissa un «limite di tollerabilità delle immissioni rumorose». Si tratta di una norma a tutela del diritto di proprietà, che però va coordinata con le norme pubblicistiche sull'inquinamento acustico a tutela del diritto alla salute.In tale ultimo contesto, il criterio differenziale consente di valutare la compatibilità delle immissioni rispetto ai criteri legali di cui alla legge 447/1995. I limiti d'immissione differenziali sono «determinati con riferimento alla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo». In particolare, i valori limite differenziali d'immissione sono 5dB per il periodo diurno e 3dB per il periodo notturno all'interno degli ambienti abitativi (articolo 4 Dpcm 14 novembre 1997).

Dal criterio differenziale va distinto il criterio comparativo
Il limite di tollerabilità delle immissioni rumorose ex articolo 844 Codice civile – si legge nella sentenza – non è mai assoluto. La valutazione del rumore va effettuata caso per caso, in relazione delle caratteristiche dei luoghi interessati.Tale indagine non può prescindere dalla rumorosità di fondo, ossia «dalla fascia rumorosa costante, sulla quale vengono ad innestarsi i rumori denunciati come immissioni abnormi». La valutazione ex articolo 844, diretta a stabilire se i rumori restino compresi o meno nei limiti della norma, deve essere riferita, da un lato, alla sensibilità dell'uomo medio e, dall'altro, alla situazione locale (Cassazione 17051/2011), tenuto conto anche delle eventuali esigenze della produzione e della priorità d'uso.

Conclusioni
Fatte tali premesse, nella sentenza in commento il Tribunale ha ritenuto di adottare il criterio che fissa, anche nei rapporti tra privati, in 3 decibel il valore massimo tollerabile dell'incremento di rumore provocato delle immissioni.Si tratta del criterio adottato dalla giurisprudenza prevalente negli ambienti abitativi. Eccedono la normale tollerabilità ex articolo 844 Codice civile le immissioni sonore che superano di 3 dB (A) la rumorosità di fondo, ovvero quelle immissioni che incrementano del doppio il rumore di fondo (Cassazione 10735/2001).Nel caso di specie, è stato accertato che alcuni dei condizionatori dell'hotel, posizionati all'interno della chiostrina condominiale, superavano i limiti di rumorosità previsti nel criterio comparativo e differenziale durante il periodo notturno (dalle 22:00 alle 06:00).Per tali condizionatori, dunque, il giudice ha ordinato di porre fine alle immissioni disponendo lo spegnimento degli impianti durante la notte.

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