Condominio

Il condominio, le discriminazioni di genere e il Ddl Zan

Purtroppo l’emarginazione di quello che è percepito come diverso alberga anche negli stabili, dove la solidarietà dovrebbe essere la regola

di Sabina Vuolo

Fra la fine del settimo secolo e la prima metà del sesto, Saffo celebra in versi l'amore omo ed eterosessuale in tutte le sue forme con la delicatezza, la leggerezza e la passione attraversata da quel fil rouge di erotismo che fanno della Grecia, patria del pensiero europeo, la culla dell'emancipazione sessuale. Siamo al ventunesimo secolo e i social sono in fermento, giacchè è in corso una campagna di comunicazione che ha scosso e diviso l'opinione pubblica sulla questione del Ddl Zan, ovvero del disegno di legge che prevede misure di prevenzione e contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale e sulla disabilità.

Disposizioni incisive, senza dubbio, che prevedono pene pecuniarie e carcere per chi commette atti discriminatori e violenze, e che impongono già nelle scuole la sensibilizzazione su questi temi unitamente alla istituzione della giornata nazionale contro l'omofobia , la lesbofobia e la transfobia, il tutto con la previsione di costituire un fondo da quattro milioni di euro da destinare alle politiche per le pari opportunità.La ratio di tale Ddl va ravvisata dunque nel crescente clima di ostilità nei confronti di chi è considerato “diverso” solo perché omosessuale, o meglio Lgbt, per utilizzare lo specifico acronimo ormai normalmente in uso nelle organizzazioni della società civile e nel lessico delle istituzioni europee.

La discriminazione in condominio
A questo punto occorre chiedersi quanto la nostra mentalità sia chiusa da pregiudizi rispetto a quella degli antichi greci di circa 2500 anni fa, dal momento che è sconvolgente, nel 2021, leggere sui quotidiani articoli titolati «fuori dal condominio quei due omosessuali», oppure «condominio in guerra contro coppia gay» e addirittura «pestaggio omofobo da parte dei vicini di casa». Ma veramente sta accadendo tutto ciò? Ed è davvero possibile manifestare palesemente e con un odio crescente l'avversione per la relazione amorosa di due condòmini mentre i residenti di un intero edificio restano a guardare?

Laddove il condominio dovrebbe rappresentare un’unica grande famiglia in cui - nonostante le tante contraddizioni – sarebbe normale sentirsi al sicuro, accade invece, nello specifico, che le continue intimidazioni, le umiliazioni e i gesti lesivi di un residente cosiddetto “normale” nei confronti della coppia gay si sono concluse con la fuga dei due dallo stabile, la conseguente denuncia e la successiva condanna del condòmino per atti persecutori.

Il ruolo dell’amministratore
E mentre gli abitanti dell’edificio restano a guardare, cosa fa l'amministratore? Bella domanda questa, dal momento che - nel caso di specie - la compagine condominiale si era posta in una condizione di ostile omertà manifestatasi attraverso una morbosa curiosità, iniziata quando la coppia “peccaminosa“ era stata vista, mano nella mano, nello scambiarsi un casto bacio sulla guancia. Se il tacere del condominio, pur se discutibile, si è appalesato dunque come elemento indicativo di una situazione di omertà e quale diretto discendente di una cultura omofoba, l'amministratore, da parte sua, avrebbe invece potuto assumere un comportamento più consapevole e rispettoso dei diritti dei “diversi”, evitando di abbandonare la direzione dello stabile durante gli avvenimenti.

Se una società giusta e consapevole vive la sessualità con libertà ed emancipazione, non è propriamente “normale” - giunti adesso al XXI secolo - dover ancora insistere nello specificare che caratteristiche del tutto naturali, come l'omosessualità, vanno accettate e rispettate. Guardando alla Grecia di Saffo, appare dunque spontaneo chiedersi se c’era proprio bisogno di dover ricorrere al Ddl Zan per porre un freno a certi comportamenti, atteso che nelle piccole e grandi comunità – a partire dalla famiglia, dalla scuola e dal condominio – l’educazione e il rispetto per le “diversità”, siano esse “condivise” o no, dovrebbero albergare senza tema di sanzioni e indipendentemente dal rispetto delle norme di legge.

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