Condominio

Superbonus: ventilazione meccanica controllata agevolabile, ma sono necessari correttivi

Non viene trattata come un intervento fondamentale per garantire la salubrità interna ed è prevista una impraticabile doppia verifica

di Maria Chiara Voci

La ventilazione meccanica controllata è stata di recente inclusa fra le opere coperte dal superbonus 110%: si tratta di una previsione che era molto attesa (specie nel post-pandemia), ma che - a detta dei tecnici e così come è stata scritta - non è applicabile nel concreto. Installare questo tipo di impianti (che forzano in un ambiente indoor il ricambio d'aria, garantendone il ricircolo costante e il filtraggio da inquinanti ed evitano, al contempo, dispersioni di calore o frescura fra interno ed esterno) è un imperativo, soprattutto laddove si eseguono opere che isolano gli edifici esistenti.

L’importanza in tempi di Covid
Occorre infatti evitare che l'efficienza energetica che si raggiunge coibentando un immobile sia all'origine di problemi di insalubrità degli spazi interni (Voc e inquinanti che non si disperdono, muffe e condense, concentrazioni pericolose di virus e batteri). Soprattutto in tempi di Covid, questa prescrizione diventa tanto più importante. Al punto che la recente revisione delle raccomandazioni diffuse lo scorso 20 maggio dall'Istituto superiore di Sanità per la protezione delle strutture non sanitarie in emergenza Covid-19 indicano proprio la ventilazione (e le tecnologie ad essa connesse) come rimedio efficace, in previsione anche dei mesi freddi dell'anno, quando si tornerà a vivere molto al chiuso.

Se il superbonus in una prima fase pareva non aver preso in considerazione l'impiego della Vmc come intervento agevolato, la situazione è cambiata da poche settimane. Una Faq dell'Enea (la 16D) è, infatti, intervenuta per chiarire che – a determinate condizioni – la Vmc può essere considerata come lavoro correlato alla riqualificazione energetica dell'involucro edilizio opaco ed è ammissibile nei limiti di spesa, detrazione e costo specificati già per quest'ultima tipologia d'intervento. Le «determinate condizioni» hanno a che fare con l'impossibilità di correggere i ponti termici che possano essere alla base della formazione di muffe e condense: una condizione che va asseverata da un tecnico.

I punti critici della previsione
La notizia positiva in apparenza contiene, però e in realtà, diversi punti critici. Primo perché la Vmc non viene trattata come un intervento fondamentale per garantire la salubrità interna quando si isola un edificio, ma come ultima ratio per rispettare la norma UNI EN ISO 13788 che prescrive, qualora si realizzino strutture opache per delimitare un volume climatizzato, la necessità di evitare la formazione di muffe e condense. Come dire. Se la formazione di ponti termici non si risolve in altro modo, allora tanto vale usare una ventilazione.

«Tale necessità – spiega poi Enrico Baschieri architetto, titolare dello studio Ecodesign ed esperto di efficienza energetica e simulazione dinamica – deve essere asseverata e dimostrata dal professionista e deve rientrare nei medesimi massimali riconosciuti alla voce isolamento. Si tratta di massimali spesso troppo bassi per poter contenere tutti gli interventi necessari a garantire un buon intervento di coibentazione. Tanto più in presenza dell'aumento dei costi dei materiali a cui stiamo assistendo in queste settimane».

Il problema della doppia verifica
E ancora. La Faq Enea prevede anche che, non potendo corregge entro i limiti di legge un ponte termico, venga eseguita una doppia verifica al fine di dimostrare che anche in presenza di ventilazione naturale vi sia formazione della muffa e che solo con una ventilazione meccanica essa possa essere evitata. «È chiaro che questa prescrizione è stata scritta da chi non opera nella prassi professionale – precisa Baschieri - perché i software per le verifiche energetiche che calcolano il contributo della ventilazione utilizzano algoritmi validi per componenti piani a facce parallele che non sono validi per il calcolo dei nodi di ponte termico, che vengono eseguiti con software diversi basati sul calcolo agli elementi finiti. Per eseguire una valutazione come quella proposta occorrerebbe eseguire delle verifiche di tipo dinamico su modelli tridimensionali dell'edificio. Di fatto, le verifiche ipotizzate da questa Faq sono irrealizzabili».

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