Condominio

Puglia, il primo quartiere che cambia con il 110%

A Martina Franca, in provincia di Taranto, è partita un’operazione per la riqualificazione energetica di 28 palazzine

di Maria Chiara Voci

È uno dei primi casi in Italia di applicazione del superbonus 110% non a un singolo edificio, ma a un intero quartiere. A Martina Franca, in provincia di Taranto, è partita un’operazione per la riqualificazione energetica di 28 palazzine (per 224 famiglie in totale e un territorio di 8.400 metri quadrati).

L’intervento, che prende il nome di Montetullio dall’area di riferimento, è realizzato dalla Serveco, player che opera nella bonifica e risanamenti ambientali e che è capofila (ma come parte attiva di una cordata, non come general contractor) di un team di imprese locali e professionisti. Gli immobili (che fanno parte di un supercondominio) sono stati realizzati da una ventina di anni e, tuttavia, sono lontani dagli standard di costruzione a basso impatto energetico.

Il lavoro di recupero consisterà nella sostituzione delle caldaie autonome preesistenti con nuovi impianti evoluti a condensazione e controllati da valvole che si autoregolano in funzione della temperatura esterna; nella sostituzione dei serramenti e dei portoncini di ingresso degli appartamenti; nella coibentazione delle strutture; nell’installazione di impianti fotovoltaici con accumulo a servizio delle parti comuni. In particolare, per l’isolamento a cappotto saranno impiegati i pannelli e il rasante della tecnologia Resphira di Fassa Bortolo: le lastre, in polistirene microforato, arricchite con grafite, presentano un elevato indice di traspirabilità e un’ottima conducibilità termica e risultano a impatto ridotto sull’ambiente rispetto alla maggioranza delle lastre minerali in commercio. La Fassa Bortolo, per garantire una posa ottimale dei materiali, ha inoltre avviato da mesi una formazione pratica delle maestranze.

«Dalla classe D – spiega Carlo Zizi, responsabile del progetto – passeremo alla classe A+ riducendo i consumi fino al 60%. La novità dell’operazione sta ovviamente nella scala, che dalla singola palazzina riguarda il cantiere, oltre che dalla decisione di Serveco di coinvolgere aziende e fornitori locali. Con ricadute dirette sul territorio. Al punto che addirittura tre abitanti dei palazzi, in cassa integrazione, sono stati assunti per lavorare nel cantiere». I lavori sono iniziati e stanno già coinvolgendo 20 aziende e oltre centro operai: l’obiettivo è arrivare al traguardo per fine anno. L’investimento complessivo è di 18 milioni, in massima parte coperti dagli incentivi. «La spesa per le famiglie è al di sotto dei 3mila euro – conclude Zizi –, somme che fanno riferimento alle sanatorie ottenute per alcune difformità minori presenti negli stabili, al costo dell’amministratore e per il recupero di alcuni locali non riscaldati, che non rientrano nell’incentivo. Grazie allo sconto in fattura le famiglie, che hanno aderito in toto con un’unica eccezione, riceveranno indietro la metà della spesa».

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