Condominio

Il singolo condomino può querelare l’amministratore per appropriazione indebita

Trova legittimazione in quanto titolare del diritto di tutelare, anche da solo, le destinazioni d’uso delle parti comuni

di Giulio Benedetti

Nella dottrina e nella giurisprudenza vi sono due teorie su chi possa presentare la querela nei confronti dell’amministratore condominiale per il reato di appropriazione indebita. Invero alcuni sostengono che l’amministratore subentrante possa presentarla solo se autorizzato dall’assemblea condominiale; altri affermano invece che il singolo condòmino possa querelarlo in via autonoma. La corte di Cassazione nella sentenza 21370/2021 ha avallato l’ultimo orientamento e ha dichiarato inammissibile il ricorso di un amministratore avverso la sentenza di condanna per il reato di appropriazione indebita.

La vicenda
Tra i motivi di ricorso il condannato affermava che la querela non fosse legittima, poiché la stessa era stata presentata da un difensore nominato dai singoli condòmini , in contrasto con la giurisprudenza di legittimità che ritiene indispensabile la delibera favorevole assembleare all’amministratore querelante. La Cassazione riteneva che il ricorso fosse inammissibile poiché lo stesso difettava della sua autosufficienza , in quanto il ricorrente non aveva prodotto la querela contestata.

In ogni caso il giudice di legittimità condivideva l’orientamento giurisprudenziale per cui il singolo condòmino , in quanto titolare del diritto di tutelare le destinazioni d’uso delle parti comuni , ex articolo 1117- quater Codice civile, è legittimato a presentare la querela per appropriazione indebita nei confronti dell’amministratore. Il condòmino può agire in via concorrente o surrogatoria con l’amministratore di un condominio per presentare una valida querela , in relazione ad un reato commesso in danno del patrimonio comune del condominio (Cassazione 49392/2019 e numero 6594/2020).

I precedenti
La corte di Cassazione richiama una precedente sentenza (la numero 11970/2020) , in tema di appropriazione indebita societaria, per cui il socio, titolare delle residue quote, è legittimato a proporre la querela nei confronti dell’amministratore delegato , socio di maggioranza, poiché il socio non è solo danneggiato dal reato, ma è anche la persona offesa in quanto titolare del bene giuridico costituito dall’integrità del patrimonio sociale. La sentenza contiene un principio giuridico condivisibile e che appare assai importante, nella pratica, per tutelare il singolo condòmino da eventuali ed opache manovre assembleari volte a “perdonare” l’amministratore uscente.

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