Condominio

Superbonus in ritardo al sud, soprattutto nei condomìni

A pesare più di un fattore, anche la presenza di abusi edilizi nelle parti comuni

di Annarita D’Ambrosio

Al Sole 24 ore era arrivato l'allarme della ministra del sud Mara Carfagna: bisogna modificare «alcune procedure che non consentono a enti e imprese di correre ad armi pari con i loro omologhi del centro nord». Nell'intervista l'esempio fatto è stato il superbonus: «che vale 18 miliardi e 720 milioni a livello nazionale mentre l'analisi storica ci dice che al Sud è assorbibile solo il 9%, quindi 1,7 miliardi». Riformare gli iter procedurali che possono incidere di più dove c'è una macchina amministrativa meno agile la ricetta della ministra e mettendo insieme i dati Enea e Nomisma il quadro appare chiarissimo.

I dati Enea e Nomisma
Secondo le ultime statistiche diffuse dall'Enea – comunica Marco Marcatili, responsabile sviluppo Nomisma dalle pagine del quotidiano del sud Italia il Mattino - «in Italia si sono avviati soltanto 6.512 interventi per un valore complessivo di lavori di 670 milioni di euro, che richiederà allo Stato una copertura di oltre 730 milioni ma di gran lunga ben inferiore a quella stanziata e attesa dalla misura, vale a dire 18,7 miliardi».

Il Veneto, secondo i più recenti dati Enea, risulta primo, tra le regioni d'Italia, con 853 interventi su case e condomìni, che hanno almeno un'asseverazione protocollata (Asid). I veneti i più rapidi seguiti dalla Lombardia con uno scarto di 20 asseverazioni protocollate in meno. Di fatto le prime cinque regioni, tutte del centro nord, si accaparrano al momento il 51% dell’ammontare delle detrazioni pur avendo solo il 40% del parco immobili<are italiano. Marcatili nel confermare che oltre un terzo dei cantieri sono localizzati in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, sottolinea anche che «sono solo 530 i cantieri avviati nei condomìni che restano dunque in attesa da parte delle imprese di un approccio meno vincolato alle lungaggini delle progettazioni».


I dati del centro studi Cna
A bloccare l'iter al sud soprattutto il fatto che molti condomìni sono restii alle assemblee in presenza e il rischio pandemico ancora alto ha sconsigliato molti amministratori dal convocare assemblee in presenza. Il Centro studi Cna, che aveva già lanciato l'allarme sui costi dei materiali lievitati in vista proprio dell'avvio dei lavori del superbonus, da ultimo ha sottolineato che a pesare al Sud, oltre a problemi di lentezza burocratica forse più evidenti, ci sono anche le difformità edilizie molto diffuse anche nelle parti comuni condominiali.

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